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Libia: manifestazione a Bengasi, scontri con polizia

(Keystone-ATS) Scontri fra manifestanti infuriati per l’arresto di un attivista dei diritti umani da una parte, polizia e sostenitori del governo dall’altro sono scoppiati la scorsa notte in Libia, nella città di Bengasi. Lo dicono testimoni e media locali. 38 persone sono state ricoverate per ferite leggere, ha detto il direttore dell’ospedale di Bengasi. Secondo il sito on line Al Manara, basato a Londra, negli scontri sarebbo rimaste uccise due persone.

Fonti concordanti affermano che la polizia ha disperso con la forza una manifestazione sit-in a Bengasi di familiari di detenuti uccisi in una sparatoria nel 1996 nel carcere di Abu Slim, a Tripoli, che si sono radunati per chiedere il rilascio del loro coordinatore, l’avvocato Fethi Tarbel, che era stato arrestato per motivi che non si conoscono.

A Tripoli si sono invece radunate alcune centinaia di manifestanti favorevoli al leader libico. I media hanno inoltre annunciato per domani una grande manifestazione nazionale a sostegno del governo e in solidarietà dei popoli arabi.

Intanto oggi pomeriggio la Libia ha rilasciato 110 islamisti appartenenti ai GILC, i Gruppi Islamici dei Libici Combattenti. La liberazione è avvenuta alla presenza dei familiari e della stampa invitata a seguire l’avvenimento all’interno del Carcere di Abu Slim a Tripoli. Fra i 110 ex-prigionieri rilasciati si contano anche tre capi del movimento.

Ad annunciare il rilascio è stato Mohammed Torniche, presidente della Lega libica per i diritti dell’uomo che con la Fondazione Caritatevole Gheddafi ha portato avanti un programma di riabilitazione e reinserimento nella società di questi prigionieri.

Il programma di riabilitazione è stato attivato nel 2008. Con il rilascio di questi 110 detenuti sale a 250 il numero dei prigionieri appartenenti a gruppi islamisti rilasciati dallo scorso marzo per aver “rinunciato alla violenza” grazie al programma di riabilitazione e reinserimento nella società portato avanti dalla Fondazione Gheddafi e dalla Lega libica per i diritti umani.

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