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Libia: uccisi manifestanti a Tripoli, marcia verso capitale

(Keystone-ATS) Al termine della preghiera del venerdì, forze dell’ordine libiche hanno sparato su manifestanti in diversi quartieri di Tripoli, causando delle vittime. Intanto giungono notizie di una marcia verso dalla capitale libica, da Toujura e al Zawia (50 km ad ovest).

Inoltre, secondo la TV araba Al Jazira l’aeroporto internazionale di Maatiqa, ad undici chilometri dalla capitale libica, è sotto il controllo dei ribelli dopo che i militari che lo presidiavano si sono ammutinati e hanno aderito alla rivolta contro Gheddafi.

“Le forze dell’ordine hanno sparato su manifestanti in maniera indiscriminata. Ci sono dei morti nelle vie di Sug Al Jomaa”, ha detto un abitante del quartiere per telefono. Testimoni in altri quartieri della periferia est di Tripoli, come Ben Ashur e Fachlum, hanno segnalato “fitte sparatorie su tutti coloro che sono per strada”. La TV Al Jazira ha riferito di due persone uccise e alcune ferite in pesanti scontri a fuoco in diversi posti. Un abitante del quartiere Janzour, nell’ovest della capitale, ha riferito di almeno cinque manifestanti uccisi.

Intanto, una testimone ha riferito all’ANSA, che “la marcia verso Tripoli da Zawia e Toujura comincia. Vogliono liberare Tripoli oggi, ma le milizie armate di Gheddafi sono ad ogni angolo. Ci aspettiamo la carneficina”.

Secondo la Lega libica dei diritti umani, negli ultimi giorni nella città di al Zawia almeno 35 persone sono morte, forse anche 50, nei combattimenti tra rivoluzionari e miliziani filo-Gheddafi. Ora ad al Zawia i civili e gli ufficiali che hanno lasciato l’esercito controllano la città.

A Tripoli, dopo l’uscita dalle moschee, si sono diffuse voci sulla morte di Muammar Gheddafi, attribuite alla TV al Jazira e alla MBC. Le voci sono state subito smentite. Cortei di auto con foto del leader libico e manifestanti che inneggiano a lui si sono formati nel centro.

Seif Al-Islam, uno dei figli del leader libico Muammar Gheddafi, ha detto in un’intervista alla CNN turca che la sua famiglia rimarrà a qualunque costo in Libia, ed ha avvertito che non permetterà a “un pugno di terroristi” di controllare una parte del Paese. Quanto ai pozzi di petrolio in Libia, Seif al-Islam ha dichiarato: “Non distruggeremo mai i pozzi”.

È invece fuggito da Tripoli il pilota personale del colonnello Gheddafi. Il norvegese Aud Berger, insieme alla sua famiglia, è diretto verso l’Austria. Secondo l’agenzia egiziana Mena, citando un giornale austriaco, il pilota ha giustificato la sua fuga dicendo che la violenza sta dominando la capitale Tripoli. La situazione in Libia, secondo il pilota, sta subendo rapidi e pericolosi sviluppi. Vi sono incendi dappertutto nella capitale. Il pilota norvegese, 57 anni, è riuscito a prendere l’ultimo aereo diretto a Vienna.

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