Prospettive svizzere in 10 lingue

Lingue a scuola, commissione Nazionale sostiene governo

(Keystone-ATS) Occorre prendere delle misure per difendere l’apprendimento di una seconda lingua nazionale alle scuole elementari. La commissione dell’educazione del Consiglio nazionale non vuole però legiferare, preferisce lasciar fare al Consiglio federale.

Con 18 voti a 5 ha deciso di di non proseguire i suoi lavori in questa materia. La maggioranza ritiene che l’insegnamento di una seconda lingua nazionale a partire dalle elementari continui a rappresentare una questione di interesse nazionale. Non considera però opportuno condurre una procedura a livello parlamentare parallelamente alle proposte del governo, si legge in un comunicato odierno della stessa commissione.

Con la strategia sulle lingue del 2004 i Cantoni hanno approvato una armonizzazione ripresa poi nel concordato HarmoS. La soluzione, obbligatoria per tutti i Cantoni, prevede che gli allievi comincino ad apprendere una prima lingua straniera in terza classe al più tardi e una seconda lingua in quinta. Almeno una delle due deve essere una lingua nazionale.

Nessun cantone romando contesta il modello, ma certi cantoni della Svizzera tedesca rimettono in forse le lezioni di francese alle elementari. Il governo turgoviese lo scorso aprile ha posto in consultazione il suo nuovo piano di studi, che prevede di sopprimere il francese dall’estate 1017. Proprio ieri, tuttavia, ha deciso di rimettere la questione al Gran Consiglio.

Da parte su il Consiglio federale ha posto in consultazione tre varianti fino al 14 ottobre, in vista di una eventuale modifica della legge sulle lingue volta a rafforzare l’apprendimento di un idioma nazionale durante la scuola dell’obbligo.

La prima variante riprende il testo di un’iniziativa parlamentare depositata dalla Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale: è circoscritta alla scuola elementare e stabilisce che l’insegnamento della seconda lingua nazionale deve iniziare al più tardi nella quinta classe (settimo anno scolastico secondo il concordato HarmoS).

La seconda variante recepisce a livello di legge la soluzione del concordato HarmoS: stabilisce che la prima lingua “straniera” deve essere insegnata al più tardi a partire dalla terza classe e la seconda a partire dalla quinta. Una delle due lingue “straniere” deve essere una seconda lingua nazionale, l’altra l’inglese.

La variante prediletta dal Governo (la terza) “stabilisce che l’insegnamento della seconda lingua nazionale deve iniziare nella scuola elementare e proseguire fino al termine del livello secondario I” (ossia al termine della scuola obbligatoria). E’ una posizione che, a giudizio del consigliere federale Alain Berset, “lascia maggiore margine di manovra ai Cantoni”.

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