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Louvre: procuratore, assalitore “molto determinato”

(Keystone-ATS) L’attentatore del Louvre era un individuo “molto determinato”, che al suo ingresso nel Carrousel du Louvre si è scagliato contro la pattuglia di militari “impugnando i due machete dietro la testa” e gridando Allah Akbar.

Lo ha detto il procuratore Francois Molins in una conferenza stampa.”Alle 9:50 di questa mattina – ha detto il procuratore Molins – mentre una pattuglia di paracadutisti perlustrava il piano interrato del Louvre, in una zona prima dei controlli, all’entrata dal lato Tuileries, un uomo è entrato con due machete da 40 centimetri dietro la testa, gridando Allah Akbar e scagliandosi contro di loro”.

L’aggressore, ha continuato il procuratore, “ha colpito alla testa un primo militare, il secondo gli è andato incontro ma è caduto a terra. L’individuo ha tentato di colpirlo mentre era a terra con il machete, ma è stato respinto a calci. Il militare a terra gli ha sparato alla parte bassa dell’addome ma l’aggressore non si è fermato. Il soldato ha sparato ancora” e “soltanto dopo il 3/o, 4/o colpo” l’individuo è rimasto a terra.

Abdallah, questo il presunto nome dell’aggressore, egiziano di 29 anni, “indossava una t-shirt nera con il disegno di un teschio” ed è crollato a terra “soltanto dopo il 3/o o 4/o sparo al basso addome” da parte di uno dei militari.

L’attentatore – arrivato da Dubai il 26 gennaio scorso – aveva acquistato “i due machete in un’armeria vicino alla Bastiglia il 28 gennaio, pagandoli in contanti, 680 euro”. Lo ha detto il procuratore Francois Molins, in una conferenza stampa, precisando che nel residence dell’uomo “è stata ritrovata la fattura”.

Abdallah E-H., questo il nome dell’attentatore, aveva chiesto negli Emirati arabi il visto per Parigi a novembre, era arrivato il 26 gennaio con volo da Dubai e il giorno dopo aveva noleggiato un’auto, ritrovata poco lontano dal residence in cui alloggiava, e per il quale aveva pagato 1.700 euro.

Sul suo passaporto, ritrovato nel residence, ci sono i visti per l’Arabia Saudita e la Turchia, risalenti al 2015 e il 2016. Trovato anche il permesso di soggiorno negli Emirati arabi, dove lavorava.

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