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Macedonia: dopo scontri, a Kumanovo situazione si normalizza

(Keystone-ATS) A Kumanovo, la città del nord della Macedonia teatro nel finesettimana di un violento e sanguinoso conflitto tra polizia e un gruppo di uomini armati, la situazione si va lentamente normalizzando.

Mentre le forze di sicurezza ispezionano e bonificano le case e gli edifici dove gli assalitori si sono nascosti e barricati, numerosi abitanti che per paura erano scappati dal quartiere epicentro degli scontri fanno ritorno alle loro case.

Il bilancio degli scontri a fuoco protrattisi per oltre trenta ore è di otto agenti di polizia e 14 “terroristi” rimasti uccisi, e altri 37 poliziotti feriti. Secondo le autorità di Skopje il gruppo di assalitori era composto in gran parte da estremisti albanesi provenienti dal Kosovo e intenzionati a compiere attentati per destabilizzare la situazione in Macedonia, dove oggi si osserva la seconda giornata di lutto nazionale.

Il presidente macedone Gjorgje Ivanov ha incontrato stamane l’ambasciatore Usa, il capo della delegazione Ue e i responsabili della missione Osce e dell’Ufficio di collegamento Nato, ai quali ha sottolineato la volontà della dirigenza macedone di mantenere la stabilità e la sicurezza nel Paese e nell’intera regione. Per il presidente gli ultimi drammatici eventi e il protrarsi della crisi politica in Macedonia sono dovuti anche al lungo stallo relativo all’integrazione europea del Paese, che lascia spazio a tentativi di destabilizzazione.

Intanto, dopo gli eventi a Kumanovo, sia la Serbia che il Kosovo hanno disposto un rafforzamento dei dispositivi di controllo e sicurezza alle rispettive frontiere con la Macedonia per evitare possibili infiltrazioni di elementi eversivi.

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