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Malaria, si avvicina vaccino ‘totale’

(Keystone-ATS) Dopo decenni di ricerche e sperimentazioni, si avvicina la creazione di un vaccino ‘totale’ contro la malaria. Alcuni ricercatori australiani dell’Università Griffith di Brisbane, guidati da Michael Good dell’Istituto per la Glicomica, sono, infatti, riusciti per primi a far scattare una risposta immunitaria contro tutto il parassita della malattia, il protozoo plasmodio. I vaccini sviluppati finora puntano, invece, su proteine individuali del parassita e hanno efficacia limitata perchè in seguito le proteine mutano.

Gli studiosi hanno usato un composto per ‘accecare’ il Dna del parassita prima di introdurlo in topi di laboratorio. Il composto ha lasciato strutturalmente intatto il parassita ma gli ha impedito di moltiplicarsi. “L’organismo reagisce come se fosse un vero parassita vivente e produce una risposta immunitaria per ucciderlo”, scrive Good sul Journal of Clinical Investigation. “Quando poi riceve un parassita integro, il sistema immunitario lo neutralizza”.

La malaria è la più diffusa fra le malattie causate da parassiti, con circa 250 milioni di casi e quasi un milione di morti ogni anno, soprattutto tra i bambini. Molti vaccini sono stati sperimentati, ma l’immunità che procurano è incompleta e di breve durata. Le ricerche si sono finora concentrate nello sviluppo di vaccini che puntano su proteine individuali nella speranza di indurre una più ampia risposta immunitaria.

“Il problema con quell’approccio, come è emerso ogni volta, è che le proteine mutano. Una piccola differenza in una qualsiasi delle proteine è spesso sufficiente per far sì che la risposta immunitaria che riconosce un ceppo non ne riconosca un altro. Poichè noi usiamo nel vaccino l’intero parassita, il nostro approccio elimina il problema”, spiega.

L’Università Griffith cerca ora volontari per una sperimentazione umana, che comporta farsi contagiare dalla malaria. Good assicura tuttavia che non vi saranno rischi, perche l’infezione può essere fermata prima che il soggetto si ammali. Se tutto andrà bene, il nuovo vaccino potrà essere ampiamente disponibile entro cinque anni.

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