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Manifesto MCG con Gheddafi, Ginevra ordina modifica

(Keystone-ATS) GINEVRA – Il Consiglio di Stato ginevrino ha ordinato al “Mouvement citoyen genevois” (MCG) di modificare un manifesto ideato dal partito in vista della votazione federale del 28 novembre sul rimpatrio dei delinquenti stranieri, sul quale è raffigurato il capo di Stato libico Muammar Gheddafi. Il manifesto è giudicato “contrario agli interessi superiori della Svizzera”.
La decisione di ordinare la modifica è stata presa dopo consultazione delle autorità federali, precisa l’esecutivo cantonale in una nota diffusa oggi. Il fatto d’inserire il ritratto del colonnello Gheddafi sul manifesto – afferma – costituisce una violazione dell’art. 296 del codice penale svizzero, che punisce l’oltraggio ad uno Stato estero.
Rappresentare il capo di Stato libico sul manifesto mette in pericolo gli interessi superiori della Svizzera, del cantone di Ginevra e dei cittadini svizzeri all’estero e “non ha alcun rapporto” con l’iniziativa dell’UDC sul rimpatrio dei criminali stranieri, sottolinea il Consiglio di Stato.
L’autore del manifesto è stato denunciato simultaneamente al Ministero pubblico della Confederazione e alla Procura pubblica di Ginevra.
Nella sua nota, il governo ginevrino rileva che dall’estate del 2008 e l’inizio della vertenza fra la Svizzera e la Libia, “Ginevra ha sempre difeso l’ordine giuridico e costituzionale elvetico”. Le autorità ginevrine “si rammaricano per l’esistenza di questo manifesto, che nuoce agli interessi della Svizzera e complica inutilmente gli sforzi volti a ripristinare un clima di fiducia fra i due Stati”.
Il manifesto in causa, che non è stato ancora affisso, riproduce i comunicati stampa quotidiani della polizia ginevrina, sovrastati dallo slogan “la verità che vi è nascosta”. In fondo a destra figura una fotografia di Gheddafi, accompagnato dalla scritta “vuole distruggere la Svizzera”.
Il presidente del MCG Eric Stauffer invoca la libertà d’espressione e precisa all’ATS di “non ricevere ordini né dal Consiglio di Stato, né dal Consiglio federale: non ho l’intenzione di piegarmi davanti a un dittatore e a un terrorista nel nome di sedicenti interessi superiori della nazione”.
Stauffer annuncia di aver l’intenzione di far ricorso e di chiedere l’effetto sospensivo, in modo da poter diffondere i 450 manifesti e i 15’000 volantini preparati dal partito.

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