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Marea nera: Usa fustigano Bp, ma approvano nuove trivellazioni

(Keystone-ATS) NEW YORK – Manterremo il fiato sul collo della Bp, finché il petrolio non smetterà di sgorgare e finché il Golfo del Messico non sarà stato completamente ripulito dalla peggiore marea nera della storia: con un coro di accuse alla multinazionale britannica, ministri, governatori e senatori Usa alzano ancora una volta i toni. Tutto questo mentre un articolo del New York Times, in grande evidenza in prima pagina, ne sottolinea l’impotenza di fronte al disastro.
Dal 20 aprile, quando l’esplosione della Deepwater Horizon provocò una marea nera senza precedenti uccidendo 11 operai che lavoravano sulla piattaforma, nonostante una moratoria annunciata dal presidente Usa Barack Obama sono stati rilasciati almeno 17 permessi per avviare nuove trivellazioni. La maggior parte sono offshore, mentre sono state accordate almeno 19 esenzioni dalle regole ambientali americane.
L’amministrazione Usa è ostaggio non solo dei servizi tecnici che rilasciano i permessi ma anche della Bp e difficilmente si concretizzeranno a breve le minacce del segretario all’interno Ken Salazar di “sbattere fuori” la multinazionale dagli Stati Uniti se non si impegnerà di più.
Il perché lo ha spiegato chiaramente il consigliere della Casa Bianca David Axelrod. “Otterremo una risposta dalla Bp” ha assicurato Axelrod alla Msnbc, lasciando però intendere che é inevitabile lavorare con la multinazionale, almeno per il momento. “Sarebbe folle” non sfruttare la loro esperienza, le loro installazioni, ha precisato il consigliere di Obama.
Oltre al disastro ambientale ormai sempre più inevitabile, la marea nera rappresenta una sfida per Obama, che potrebbe giocarsi la Casa Bianca se non verrà risolta rapidamente. E’ una sfida anche per la Bp, che potrebbe finire in bancarotta nonostante gli utili netti in miliardi di dollari a trimestre.
Il senatore dell’Illinois Dick Durbin, considerato vicino ad Obama, ha riassunto con uno slogan efficace la percezione che gli Stati Uniti hanno della Bp, “che non significa più British Petroleum ma Beyond Patience”, cioé Ben oltre la Pazienza: parafrasando lo slogan “Beyond Petroleum” della multinazionale che voleva apparire ‘verde’.
La Bp, a dir vero convincendo sempre meno, risponde oggi alle accuse stanziando 500 milioni di dollari destinati a ricerche indipendenti sull’impatto delle maree nere per l’ambiente, oltre a garantire che il tentativo di chiudere il pozzo verrà realizzato entro mercoledì: ma la scadenza slitta ogni giorno.

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