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Maxi sbiancamento coralli verso la fine, danni a tre quarti

Coralli morti. KEYSTONE/AP The Ocean Agency / XL Catlin Seaview Survey sda-ats

(Keystone-ATS) Il maxi evento globale di sbiancamento dei coralli – che ha falcidiato i reef di tutto il mondo negli ultimi tre anni con danni a tre quarti delle barriere coralline – si sta avviando alla conclusione.

Lo annuncia l’agenzia americana per la meteorologia (Noaa), sottolineando però che temperature alte potrebbero ancora persistere in alcune aree.

Sulla base di dati satellitari e modelli matematici, gli scienziati della Noaa affermano che lo sbiancamento non interessa più tutti e tre i bacini oceanici – Atlantico, Pacifico e Indiano – dunque il fenomeno sta perdendo la sua portata globale. Monitoraggi nei prossimi sei mesi serviranno per confermarlo.

Tuttavia i ricercatori non brindano vittoria, preoccupati per la capacità di recupero dei coralli prima che si verifichi il prossimo evento. Lo sbiancamento accade quando per effetto dell’acqua più calda i coralli espellono la loro alga vitale, che dà loro colore, andando incontro anche alla morte.

Il terzo evento globale di sbiancamento è cominciato nel Pacifico settentrionale nell’estate 2014, per poi allargarsi e peggiorare nel 2015, intensificato da un El Niño particolarmente forte. Il primo evento globale si è verificato nel ’98 (sempre con un El Niño forte) e il secondo nel 2010.

L’attenzione della comunità scientifica resta alta: a inizio anno nella Grande Barriera Corallina australiana un forte sbiancamento si è ripetuto per il secondo anno di fila e la conta dei danni non è ancora conclusa.

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