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Merkel e Hollande da Putin, ultima chance pace in Ucraina

(Keystone-ATS) Lunga trattativa notturna al Cremlino tra il presidente russo Vladimir Putin, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande sul nuovo piano di pace proposto dai due leader europei per mettere fine a dieci mesi di guerra nel martoriato sudest di un Paese ormai al collasso economico, con la grivnia scambiata a 25 per un dollaro, contro i 9 di un anno fa.

Difficile ‘leggere’ un incontro a porte chiuse di oltre tre ore – seguito da una cena – da cui non è trapelato nulla, senza membri delle delegazioni ed interrotto dopo un’ora e mezzo solo per una rituale foto di gruppo. Ma il fatto che la Merkel abbia deciso di volare a Mosca per la prima volta dall’inizio del conflitto è interpretato da analisti e fonti russe come un “segno positivo”.

Prima di partire, tuttavia, la Merkel e Hollande avevano manifestato prudenza e scetticismo sulla possibilità di convincere il leader russo ad accettare un piano di cui non si conoscono ancora i dettagli ma che – secondo indiscrezioni di stampa e le indicazioni della stessa Merkel – ha tutta l’aria di essere una rivisitazione degli accordi di Minsk, ripetutamente violati da ambo le parti: immediato cessate il fuoco, arretramento delle armi pesanti, scambio di prigionieri, larga autonomia, ritiro di tutte le formazione illegittime armate e dei mezzi militari, controllo dei confini.

Le uniche varianti potrebbero essere la ridefinizione della linea di contatto, con il riconoscimento delle conquiste fatte nel frattempo dai ribelli (un migliaio di kmq), e la sostituzione degli osservatori dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) con i caschi blu dell’Onu.

“Possiamo fare – aveva detto la cancelliera prima di salire a bordo dell’aereo – solo ciò che è in nostro potere. Sappiamo che la situazione è completamente aperta, ma non sappiamo se riusciremo ad arrivare ad un cessate il fuoco, se ci arriveremo oggi o se saranno necessarie altre discussioni, non sappiamo se i colloqui di oggi saranno lunghi o brevi. O se saranno gli ultimi colloqui”.

Con la missione di ieri a Kiev (cinque ore con il presidente Petro Poroshenko) e di oggi a Mosca “noi ci impegniamo a mettere fine al bagno di sangue e a far rivivere gli accordi di Minsk”, aveva aggiunto, ricordando che è in ballo “la pace europea” e smentendo le notizie di stampa su possibili concessioni territoriali ai ribelli.

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