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Migliorare la sicurezza di bambini e giovani negli snowpark

L'Ufficio prevenzione infortuni lancia una campagna di sensibilizzazione per migliorare la sicurezza dei bambini e giovani negli snowpark (foto d'archivio) KEYSTONE/CHRISTIAN BEUTLER sda-ats

(Keystone-ATS) Un decimo degli infortuni registrati nelle stazioni sciistiche svizzere si verifica in uno snowpark. In questi incidenti sono coinvolti soprattutto giovani e le lesioni risultano spesso più gravi rispetto a quelle riportate sulle piste.

L’Ufficio prevenzione infortuni (UPI) ha lanciato quindi una campagna di sensibilizzazione e pubblicato un opuscolo tecnico per migliorare la sicurezza in queste strutture.

Questi “parchi”, con elementi artificiali e salti, attirano sempre più sciatori. L’80% delle vittime di infortuni negli snowpark ha tra 10 e 30 anni, mentre sulle piste questa fascia di età rappresenta il 43% dei feriti. Le lesioni sono spesso gravi: le ferite alla schiena ad esempio sono quattro volte più frequenti negli snowpark, precisa un comunicato odierno dell’UPI.

L’UPI mette a disposizione dei gestori un servizio di consulenza e un opuscolo nel quale vengono elencanti i vari aspetti della sicurezza durante la pianificazione, la costruzione e la gestione degli snowpark. In particolare chiede che queste strutture siano segnalate meglio e separate più chiaramente dalle piste per evitare che qualcuno vi si imbatta per sbaglio.

L’UPI raccomanda inoltre di adottare una classificazione più chiara in base al grado di difficoltà (XS-XL). Gli snowpark del livello XS sono pensati per i bambini sotto i 6 anni, quelli classificati S sono indicati per la maggior parte degli sciatori. I ragazzi sotto i 13 anni non dovrebbero avventurarsi negli snowpark di livello M e L se non accompagnati da una persona esperta. L’accesso alle strutture XL dovrebbe essere limitato solo ai più esperti.

Per evitare gli infortuni dovuti all’affaticamento anche a sciatori e snowboarder adulti, la Suva ha elaborato una nuova app. “Slope Track” si avvale di una tecnologia d’avanguardia e permette di conoscere la sollecitazione a cui si sottopone il proprio corpo, sensibilizza sui rischi di infortunio e incentiva a modificare il proprio comportamento, spiega la Suva in un comunicato.

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