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MO: Israele, premier pronto a discutere formula su confini

(Keystone-ATS) Il premier israeliano Benyamin Netanyahu è disposto a discutere un pacchetto di proposte, contenente anche una ‘formula’ sui futuri confini tra Israele e uno stato palestinese al fine di facilitare gli sforzi della diplomazia Usa e europea per rilanciare i negoziati di pace. Lo dice una fonte nell’ufficio del premier, citata stamane da media locali.

Stando a questa fonte il premier “è disposto ad accettare un pacchetto che includa una formula sui confini” e al tempo stesso il riconoscimento di Israele come stato degli ebrei, condizione, quest’ultima, finora respinta dai palestinesi.

Il pacchetto – che apparentemente dovrebbe essere formulato in termini sufficientemente ambigui – potrebbe proporre confini che “per Israele sarebbe difficile accettare”, ha aggiunto la fonte, precisando al tempo stesso che l’asserita flessibilità di Israele non significa che Netanyahu non rifiuti più la formula enunciata dal presidente Usa Barak Obama, per il quale il negoziato sui confini si dovrà “basare” sulle linee del 1967, antecedenti l’occupazione israeliana della Cisgiordania (inclusa Gerusalemme est) e della striscia di Gaza, rivendicate ‘in toto’ dai palestinesi.

Il premier, che rifiuta il ripiegamento su queste linee, seppure con scambi di territori, aveva apertamente criticato Obama per questa presa di posizione.

In una seduta a porte chiuse con la commissione esteri e difesa della Knesset Netanyahu ha detto che leader Usa e europei si stanno sforzando di riattivare i negoziati di pace, sospesi dai palestinesi quasi un anno fa, anche in previsione di un loro minacciato passo unilaterale per chiedere all’Onu il riconoscimento di uno stato palestinese in Cisgiordania sui confini del 1967.

Israele e i leader occidentali temono che questo passo, previsto a settembre, possa innescare un’ondata di violenze nei territori palestinesi.

Israele, ha detto Netanyahu, è disposto a cooperare con gli sforzi della comunità internazionale per un rapido ritorno al tavolo delle trattative dirette di pace.

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