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MO: rotto tabù, studenti palestinesi ad Auschwitz

(Keystone-ATS) Una visita forse senza precedenti di 30 universitari palestinesi condotta il mese scorso nel campo di sterminio di Auschwitz (Polonia) è adesso al centro di accese polemiche in Cisgiordania.

Il suo ideatore, il professore di studi americani Muhammed Dajani, un membro di una famiglia palestinese di chiara fama cresciuto nel braccio armato di al-Fatah, viene adesso accusato da più parti di aver praticato “il lavaggio del cervello” nei suoi studenti, col rischio – questo almeno il timore – di “indebolire il loro fervore nazionalistico” avendo discusso con loro le sofferenze patite dal popolo ebraico.

Ma Dajani replica di essere stato spinto dalla volontà di emanciparli allargando i loro orizzonti culturali; di indurli a “rompere le mura del silenzio, a demolire i recinti dei tabù, a nuotare contro la marea nella ricerca della verità “. Le minacce, ha aggiunto su Facebook, non lo intimidiscono. “Non mi nascondo. Alla prossima occasione, ripeterò quella visita”.

Nel sistema scolastico palestinese, il tema della Shoah viene in genere evitato. In anni passati Hamas ha apertamente chiesto all’Unrwa (l’agenzia dell’Onu per i profughi) di non includerla nei propri programmi di studio. Ma negli anni trascorsi negli Stati Uniti il professor Dajani ha invece maturato la convinzione che la società palestinese può meglio progredire se basata sul pluralismo, stimolando un pensiero critico. E che per misurarsi con gli israeliani, occorre anche comprendere i loro timori.

In un’intervista al New York Times il prof. Dajani ha spiegato di aver cominciato a vedere gli israeliani sotto una luce diversa quando medici israeliani si prodigarono per alleviare le sofferenze dei suoi genitori in punto di morte. Data la sensibilità, la visita accademica ad Auschwitz è stata organizzata in segreto, nel contesto di un programma di studi sulla soluzione di conflitti dell’Università Friedrich Schiller di Jena (Germania) e dell’Università Ben Gurion di Beer Sheva (Israele). In parallelo, 30 studenti israeliani si sono recati nel campo profughi di Deheishe (Betlemme) per comprendere meglio il dramma della dispersione del popolo palestinese. In una fase successiva, studenti tedeschi di psicologia valuteranno l’impatto ottenuto con queste esperienze.

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