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Mo: territori; Alta corte Israele, sgombero avamposto Migron

(Keystone-ATS) Entro martedì prossimo dall’avamposto ebraico di Migron (presso Ramallah, Cisgiordania) dovranno essere sgomberate le oltre 50 famiglie che vi abitano da anni e che hanno ingaggiato un’aspra lotta legale per restare sul terreno. Lo ha stabilito in maniera definitiva stasera in Israele l’Alta Corte di Gerusalemme, con una decisione che rischia di innescare sul terreno una forte protesta da parte del movimento dei coloni.

Il presidente dell’Alta Corte Asher Grunis e due altri giudici hanno inoltre stabilito che gli edifici di Migron dovranno essere demoliti entro l’11 settembre. Faranno eccezione quattro case prefabbricate che – a differenza delle decine di altre – forse non furono edificate su terre private palestinesi. Dopo altri 90 giorni verrà decisa la loro sorte.

Costruito nel 1999 su una collina che domina l’importante arteria n. 60 (che percorre tutta la Cisgiordania da Sud a Nord), l’avamposto di Migron nel tempo è divenuto per i coloni un simbolo della propria determinazione a mettere radici sul terreno.

Ma alcuni anni fa, su iniziativa del movimento Peace Now, l’Alta Corte ha esaminato diversi aspetti giuridici di quell’avamposto e un anno fa ha infine ordinato al governo di sgomberarlo. Da allora nelle aule dell’Alta Corte è andata avanti una battaglia legale nel corso della quale i coloni hanno cercato di dimostrare di aver sempre agito nella legalità.

Ieri, di fronte ai giudici dell’Alta Corte, l’avvocato Michael Sfarad (che rappresenta Peace Now) ha sostenuto una volta di più che “Migron è un simbolo: fu costruito contro le leggi dello Stato di Israele. Occorre mettere fine alla pratica che (in Cisgiordania, ndr) prima si costruisce e poi cercano i permessi”.

Prime reazioni di collera nei confronti dell’Alta Corte sono state espresse stasera da un deputato di estrema destra, Michael Ben Ari. Ieri, in un villaggio palestinese vicino a Ramallah due automobili sono state date alle fiamme da ignoti vandali che hanno tracciato sui muri: “Ricordate Migron”.

Il timore dell’esercito israeliano è che lo sgombero dell’avamposto possa essere accompagnato da violenze di estremisti ebrei di destra, sia contro le forze di polizia sia contro la popolazione palestinese della zona.

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