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Monito di Merkel, ‘Afd vuole distruggere la democrazia’

La cancelliera tedesca Angela Merkel. KEYSTONE/AP/Markus Schreiber sda-ats

(Keystone-ATS) La rinuncia di Annegret Kramp-Karrenbauer ha riconsegnato la Cdu nelle mani degli uomini: a Berlino si scalpita in vista della gara, improvvisamente riaperta, per la candidatura alla cancelleria.

In molti chiedono di velocizzare i tempi delle decisioni, bocciando la tabella di marcia di AKK. Troppo lenta.

Mentre Angela Merkel, rimasta senza erede, lotta per la sopravvivenza della sua linea, con parole che suonano, ancora una volta, come un monito: “L’Afd vuole distruggere la democrazia, vuole minarla”, ha detto parlando al gruppo parlamentare dell’Unione in serata, indicando la necessità di delimitare nettamente il campo, mantenendo uniti i conservatori, coesi nella distanza dall’ultradestra.

“È estremamente difficile tenere insieme dall’ala sociale a quella che si riconosce nei valori conservatori, fino a chi è più orientato sull’ecologia”, ha poi ammesso Merkel parlando al partito attraversato da una spinosa divisione con la minoranza della Werteunion pronta a strizzare l’occhio all’ultradestra di Alternative fuer Deutschland. Ma anche prima “non era facile”, e il monito della cancelliera è di seguire comunque “l’impostazione di Annegret” per avere “un’Unione forte”, “dove tutte le correnti si sentano davvero a casa”. Dopo 14 anni alla guida del Paese non è scontato, la chiosa, che l’Unione sia al governo dopo il voto del 2021.

Accantonata la sua delfina dopo aver dettato la linea al partito sul caso Turingia – bocciando senza riserve l’elezione del presidente liberale con i voti dell’Afd – toccherà di nuovo proprio a lei, la cancelliera, reggere la pressione di ambiziosi e scontenti. I primi a mettersi di traverso sul programma Karrenbauer sono i bavaresi: “Le situazioni di crisi non si superano celebrando le crisi, ma agendo”, ha detto sarcastico Alexander Dobrindt. E Markus Soeder, uno dei nomi che circolano per il post Merkel, ha già messo i suoi paletti, rispolverando fra l’altro il vecchio argomento, minaccioso, della necessaria coesione fra i partiti gemelli: “Non è tempo per fare giochetti. Ne va dell’Unione nella sua interezza, del carattere di grande partito popolare, della leadership e della stabilità del Paese”.

Si scelga prima il capo del partito e poi si parlerà insieme del candidato cancelliere, è il ragionamento del presidente della Baviera, che non avrebbe mire su Berlino per il “forte attaccamento” al Land d’origine. L’opportunità di evitare una discussione di 9 mesi è comunque abbastanza condivisa: il prossimo congresso di partito di dicembre è troppo lontano. Niente fretta, ma si proceda con passo sostenuto, la linea del capogruppo della Cdu Ralph Brinkhaus.

Intanto, stando alla Bild, colloqui “segreti” sarebbero già iniziati: i vertici del partito vorrebbero evitare la scalata dell’avvocato finanziario Friedrich Merz. Favorito sarebbe, nell’attuale situazione, il ministro presidente del Nordreno-Vestfalia Armin Laschet. Mentre il ministro Jens Spahn, poco premiato dai consensi, due anni dopo la sconfitta di Amburgo contro AKK continua ad essere troppo giovane. Cosa dice di tutto questo l’ultradestra? Quelli di Afd sono pronti a denunciare Merkel, per coercizione del presidente della Turingia e abuso delle sue funzioni.

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