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Monito Trump a GB, sull’Iran state con noi e non con UE

Il presidente Donald Trump con l'ambasciatore degli Stati Uniti a Londra Woody Johnson. KEYSTONE/AP/PABLO MARTINEZ MONSIVAIS sda-ats

(Keystone-ATS) L’ambasciatore degli Stati Uniti a Londra, Woody Johnson, oggi intimato al al governo conservatore britannico di Theresa May di rivedere la posizione “filo-europea” favorevole all’accordo nucleare con Teheran, per riallinearsi invece ai voleri di Washington.

In era di diffusa post-diplomazia, il monito arriva a mezzo stampa, in un articolo affidato al Sunday Telegraph. E in termini non dissimili a quelli da diktat riservati di recente, fra reazioni sdegnate, a un altro partner europeo chiave, la Germania, sempre da un ambasciatore nominato da Donald Trump.

Commentando la confermata presa di distanza di questi giorni del gabinetto May nei confronti delle nuove sanzioni anti-Teheran partorite dalla Casa Bianca, l’ambasciatore statunitense ha fatto sapere senza grandi giri di parole che l’atteggiamento britannico è destinato, in mancanza di ripensamenti, a innescare conseguenze potenzialmente “serie” da parte americana.

Una sfida nello stile “o con noi o contro di noi” che riecheggia lanciata al business europeo e del mondo intero nelle settimane passate da Trump a scegliere fra il mercato iraniano e l’interscambio con gli USA.

L’ambasciatore Woody Johnson non esita poi a passare sopra la testa di Theresa May e del suo gabinetto, intimando direttamente alle aziende del Regno a tagliare i legami con Teheran (stimati nel 2016 in 365 milioni di sterline di contratti). “Il presidente – scrive – è stato chiaro: chiunque privilegi i suoi interessi in Iran … rischierà conseguenze serie nel commercio con gli Stati Uniti”.

Una minaccia a chiare lettere che ripropone quella fatta già balenare sull’insieme del mondo del business europeo e globale, tanto da suscitare la reazione furiosa della Commissione Europea.

Il Foreign Office, per ora, rifiuta di farsi forzare la mano. “Noi rimaniamo impegnati a rispettare l’accordo (sul nucleare iraniano)”, fa sapere un portavoce replicando a Johnson. Pur affrettandosi ad aggiungere che Londra è “aperta a discutere con l’amministrazione americana e il Congresso come affrontare insieme le preoccupazioni che condividiamo sulle attività regionali dell’Iran”.

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