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Nessuna radioattività superiore alla norma su suolo svizzero

(Keystone-ATS) Le prime masse d’aria contaminata a causa dell’incidente nucleare giapponese sono giunte oggi nei cieli europei. Malgrado ciò, l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha indicato che non è stata rilevata alcuna radioattività superiore alla norma sul suolo svizzero. I risultati delle misurazioni svolte in alta quota saranno disponibili solo venerdì.

Un velivolo delle Forze aeree, un F-5E Tiger equipaggiato con un’apparecchiatura specifica, ha sorvolato oggi per un’ora la Svizzera per rilevare l’eventuale presenza di particelle radioattive nell’atmosfera. Altre azioni di questo tipo sono previste per domani e dopodomani, ha indicato all’ATS il portavoce dell’UFSP Daniel Dauwalder.

Le stazioni di misurazione al suolo – i cinque rilevatori situati nei cantoni di Ticino, Friburgo, Ginevra, Turgovia e Argovia – non hanno da parte loro individuato niente di anomalo oggi, ha precisato Dauwalder. “Non mi aspetto alcun rischio per il nostro Paese”, ha aggiunto nel pomeriggio Philipp Steinmann, della Sezione radioattività ambientale dello stesso UFSP.

La zona di alta pressione presente sull’Europa centrale spinge a ritenere che i venti, e le particelle radioattive emesse a Fukushima, possano passare più a nord del continente, ha da parte sua spiegato Pierre Eckert, di MeteoSvizzera. In Svizzera i venti sono deboli e non sono attese precipitazioni prima del fine settimana.

Il meteorologo ha pure ricordato come le particelle emesse dalla centrale di Fukushima siano state soffiate verso l’Oceano Pacifico. “Più si allontanano dalla centrale e più la loro dispersione risulta importante: per ora non c’è dunque alcun pericolo”, ha affermato.

In Francia, sia l’Autorità di sicurezza nucleare che l’organizzazione indipendente Criirad, fondata dopo l’incidente di Cernobyl del 1986, hanno assicurato che la distanza dal Giappone – circa 15’000 chilometri – rende il rischio trascurabile. Secondo la ministra dell’Ecologia Nathalie Kosciusko-Morizet il termine “nube” radioattiva non è nemmeno appropriato.

Eckert sottolinea tuttavia che le informazioni provenienti dal Giappone, in particolare sulla quantità di emissioni radioattive liberate nell’atmosfera e sulla loro altitudine, sono molto lacunose e rendono difficile l’elaborazione di modelli di analisi. È perciò preferibile attendere di sapere se in Nordamerica – continente che dovrebbe essere già stato raggiunto dalle particelle – sono stati registrati valori di radioattività anomali.

Il meteorologo rileva infine che la situazione potrebbe diventare più critica se la centrale dovesse continuare per lungo tempo a emettere sostanze radioattive. Queste finirebbero infatti per accumularsi nell’atmosfera.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

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