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Nestlé: no negli Usa ad annoso progetto imbottigliamento acqua

Un cartello affisso a Cascade Locks in vista della votazione sul progetto di Nestlé Keystone/AP/DON RYAN sda-ats

(Keystone-ATS) Non si placa il dibattito sull’imbottigliamento dell’acqua nell’Oregon, che sta dando filo da torcere alla multinazionale elvetica Nestlé.

Esso è osservato con interesse anche altrove per le sue implicazioni riguardo alla privatizzazione dei beni pubblici.

Lo scorso 17 maggio gli abitanti della contea di Hood River hanno approvato un referendum per il divieto di commercializzare la preziosa risorsa naturale, ma il Municipio della cittadina di Cascade Locks non ci sta.

Una battaglia iniziata ben otto anni fa quella con Nestlé, alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento, e che ha visto fronteggiarsi da un lato i sostenitori del “Provvedimento 14-55”, decisi a vietare la vendita dell’acqua ai privati, dall’altro la multinazionale, che prometteva di rimpinguare le casse comunali (135 mila dollari l’anno in tasse) e dare lavoro a 50 persone in un paese con una disoccupazione che sfiora il 19%, ha sottolineato più volte il sindaco di Cascade Locks Gordon Zimmerman parlando con i media locali.

Con ben il 69% dei favorevoli al divieto una settimana fa si è bloccata l’apertura di uno stabilimento della multinazionale svizzera che avrebbe dovuto imbottigliare 450 milioni di litri d’acqua l’anno, pari al 10% dei consumi totali di Cascade Locks, località in cui vivono all’incirca 1200 persone.

Il Municipio della cittadina situata a 70 km da Portland però non ci sta, e lunedì, meno di una settimana dopo il voto, ha deciso di consultare dei legali per considerare nuove strategie al fine di portare avanti il progetto con Nestlé. “Quello che il Municipio ha detto l’altra sera è ‘non vogliamo dire no a un’opportunità se c’è ancora una via per proseguire'”, ha detto il sindaco al quotidiano locale “The Oregonian”.

Zimmerman ha fatto notare che mentre il 69% dei votanti di Hood River ha sostenuto il divieto, lo ha fatto solo il 42% di quelli di Cascade Locks. “Alla fine il municipio ha deciso che il voto che conta è quello degli abitanti di Cascade Locks”, scrive l’esecutivo in una presa di posizione pubblicata ieri.

Aurora del Val, abitante di Cascade Locks e promotrice della Local Water Alliance, gruppo che si oppone al progetto con Nestlé, non è d’accordo. Secondo lei il “42% rappresenta un’opposizione piuttosto forte”. Le autorità cittadine dovrebbero solamente rispettare il volere dei votanti, ha affermato a “The Oregonian”.

Un portavoce di Nestlé, Dave Palais, in un’email inviata ieri al quotidiano locale, sostiene che la multinazionale non intende attualmente opporsi legalmente all’esito del voto.

Per il momento quindi la controversia è tra contea e cittadina. L’esito della vicenda, che potrebbe avere una valenza che supera l’ambito locale, è tutt’altro che scontato, visto che la Corte suprema dell’Oregon non si è finora mai espressa su un caso del genere.

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