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Netanyahu infiamma la piazza, “vinceremo ancora noi”

(Keystone-ATS) “Vinceremo le elezioni con il nostro cuore e la nostra fede”. A due giorni dal voto, mentre il Likud cerca di recuperare il terreno perduto di fronte al centrosinistra di Yitzhak Herzog, il premier Benyamin Netanyahu ha partecipato stasera ad una grande manifestazione nazionalista nella piazza Rabin di Tel Aviv, dove è stato accolto al grido di “Bibi, re d’Israele”.

Assieme con Netanyahu, si sono avvicendati sul palco altri leader di partiti di destra, fra cui Naftali Bennett (Focolare ebraico) e Eli Yishay (Yahad, ex Shas). Gli oratori hanno fatto a gara nell’enunciare professioni di fedeltà alla ‘Terra d’Israele, al popolo d’Israele, alla Torah di Israele’ e non hanno lesinato critiche ai rivali politici di ‘Campo Sionista’, Herzog e Tzipi Livni, dati in testa dai sondaggi. Bennett, in particolare, ha accusato Herzog – fra le urla di sdegno del pubblico – di essersi detto pronto ad accettare la spartizione di Gerusalemme affinché essa sia capitale sia di Israele che della Palestina.

In tutta la campagna elettorale Netanyahu si era astenuto dal partecipare ad eventi pubblici, anche per i severi dispositivi di sicurezza che essi necessitano. Ma negli ultimi giorni, mentre il Likud calava nei sondaggi, si è visto costretto ad organizzare una serie di comizi. Quello odierno è stato il più grande ed il più acclamato. “Heide, Bibi (Forza, Bibi)”, ha scandito il pubblico, stimato in 100mila persone dagli organizzatori e in circa 30mila dalla polizia.

Di fronte a una folla composta in prevalenza da religiosi, Netanyahu – che parlava da dietro a uno schermo di vetro anti-proiettile, nel luogo dove nel 1995 Yitzhak Rabin fu ucciso da un attentatore – ha molto insistito sull’attaccamento del suo partito ai valori e alle tradizioni della religione ebraica. Valori, ha precisato, che ha assorbito sia dal padre, lo storico Ben-Zion Netanyahu (un ideologo del revisionismo sionista) sia dal nonno, il rabbino Nathan Milikowsy.

Da loro, ha detto alla piazza, ha ereditato la vocazione storica “a difendere la terra d’Israele e Gerusalemme”. Rivolgendosi polemicamente ai finanziamenti stranieri che, a suo parere, si sono copiosamente riversati sui partiti del centro sinistra, Netanyahu ha esclamato: “Non saranno i soldi a vincere queste elezioni, bensì il nostro cuore, la nostra fede”.

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