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Niger: colpo di Stato, presidente in mano a militari

(Keystone-ATS) NIAMEY – Colpo di Stato militare in Niger. Dopo una giornata di scontri il presidente Mamadou Tandja, insieme a tutti i membri del Governo, è finito nelle mani dei soldati. Imprigionato in una caserma. La radio di Stato ha interrotto i programmi e iniziato a diffondere solo marce militari, al termine di una giornata costata la vita a quattro soldati.
Il contestato presidente, che si è attirato le critiche internazionali per aver sciolto il parlamento e modificato la costituzione per assicurarsi il potere oltre il secondo mandato presidenziale, è stato così spodestato, a colpi di mitra e artiglieria pesante, da un gruppo di militari che hanno prima assediato il palazzo presidenziale, dove si stava svolgendo la riunione settimanale del governo, e poi arrestato l’intero esecutivo. A guidarli, un maggiore dell’esercito: Adamou Harouna.
La tensione politica del resto da dicembre, scadenza naturale del mandato di Tandja, era notevolmente salita nel paese africano, esportatore mondiale di uranio e di altri minerali, che attrae investimenti per miliardi di dollari da compagnie minerarie internazionali.
Oggi l’epilogo: gli scontri sono iniziati in mattinata, quando i militari hanno raggiunto il palazzo presidenziale con armi e mezzi pesanti. I testimoni hanno parlato di vera e propria guerriglia, spari ed esplosioni. Ed hanno visto colonne di fumo alzarsi dal palazzo nel quale era riunito il governo. Un razzo ha colpito un blindato nel quale si trovavano tre o quattro militari, distruggendo completamente il tetto. “I corpi dei soldati -ha detto un testimone- erano dilaniati”. Altri soldati sono rimasti feriti.
Poi, le strade di Tandja e dei suoi ministri si sono separate. Il presidente, secondo una fonte, è finito in una caserma a 20 chilometri da Niamey, mentre i componenti del Governo sono stati portati nella sede del Consiglio superiore della comunicazione, non lontano dal palazzo presidenziale.
Le prime conferme sul fatto che si trattasse di un golpe, il quarto nel paese dopo quelli del ’74, del ’96 e del ’99, sono arrivate nel primo pomeriggio da un alto funzionario francese. Parigi ha immediatamente invitato i connazionali che vivono e lavorano nella città a non uscire di casa: solo a Niamey sono residenti circa 1.500 francesi e 500 cittadini Ue.

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