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No per ora a un servizio civile volontario per donne e stranieri

(Keystone-ATS) “Non vi è la necessità”, al momento, di permettere alle svizzere e agli stranieri di prestare servizio civile volontario. È quanto sostiene il Consiglio federale, proponendo di respingere una mozione in tal senso presentata dal Gruppo dei Verdi.

Secondo il testo, è “evidente che il numero di posti e istituti d’impiego (in questo ambito) è destinato ad aumentare”. Nel 2016 il numero di istituti riconosciuti dal servizio civile ha superato quota 5000 (211 in più dell’anno precedente), per un totale di 16’461 posti, indica il Gruppo dei Verdi. Alle donne e agli stranieri, a loro avviso, dovrebbe pertanto “essere data la possibilità di contribuire a questi compiti d’utilità pubblica e di impegnarsi per l’interesse comune”.

Occorre cioè – si legge nella mozione – garantire condizioni non discriminatorie e rafforzare la coesione e la solidarietà sociale nel nostro Paese.

L’esecutivo indica che il gruppo di studio sul sistema dell’obbligo di prestare servizio ha analizzato la situazione e ritiene che introdurre un servizio volontario porterebbe maggiori svantaggi. Il gruppo teme che ciò “si ripercuoterebbe negativamente sul lavoro di pubblica utilità”. Ritiene che le domande di servizio civile su base volontaria “saranno probabilmente poco numerose”. Inoltre, il gruppo di studio teme che “si possa instaurare una concorrenza con i lavoratori meno qualificati”.

Nel complesso, il governo condivide il punto di vista del gruppo di studio e non vede la necessità di modificare la Costituzione.

Lo scorso 28 giugno il Consiglio federale ha però incaricato il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) di analizzare insieme a quello dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR), sulla base del modello norvegese (servizio militare obbligatorio anche per le donne), vari elementi relativi all’evoluzione del sistema sul lungo periodo.

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