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Nuova Zelanda classifica il terzo sesso, prima al mondo

(Keystone-ATS) L’ufficio di statistica della Nuova Zelanda sembra aver preso ispirazione da Facebook, che quest’anno ha invitato i suoi utenti a identificare liberamente il proprio sesso, anche fuori delle due tradizionali categorie.

Da oggi infatti i neozelandesi che non si identificano né come maschi né come femmine sono i primi al mondo a potersi registrare come tali nella raccolta e condivisione di informazioni pubbliche. La nuova classificazione ‘gender diverse’, introdotta da Statistics New Zealand, allarga le categorie di identità di genere al di là delle correnti delimitazioni femmina/maschio, ha osservato la direttrice per le classificazioni dell’ente, Jo-Anne Allan. La classificazione non è tuttavia obbligatoria ma solo raccomandata.

“Il nuovo standard è il primo al mondo per le informazioni sull’identità di genere”, ha aggiunto Allan. “Il termine è piuttosto nuovo ma crediamo che con il tempo verrà sempre più ampiamente usato e accettato”, ha aggiunto la dirigente, sottolineando che l’informazione di genere è una scelta personale e può essere utilizzata solo quando vi è una buona ragione per farlo.

“È una questione complessa poiché l’identità di genere riguarda il modo in cui una persona si sente e vive il proprio genere, che può cambiare durante il corso della vita”, ha detto ancora Allan. “Crediamo che la popolazione ‘gender diverse’ lo veda come un passo avanti verso l’essere visibile, contata e capita”. Il presidente della Commissione Diritti Umani, Richard Tankersley, ha accolto con favore il provvedimento e chiede che le domande a cui rispondere nel prossimo censimento siano basate sullo stesso criterio. “Lo standard ‘gender diverse’ consentirà al nostro governo di raccogliere dati sulle persone di diverse identità di genere in una maniera che non è stata mai possibile. Questo offrirà una migliore comprensione della necessità di riconoscere e includere la gamma di persone trans in Nuova Zelanda e di progredire verso la piena realizzazione dei loro diritti umani”, ha detto.

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