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OGM: stati UE membri liberi di non coltivarli

(Keystone-ATS) BRUXELLES – In Europa la nuova parola d’ordine sugli Ogm è “massima flessibilità” agli Stati membri di decidere se coltivarli o meno sul loro territorio. Così le autorità nazionali, regionali o locali potranno decidere che sul loro territorio, o una parte di esso, non potranno essere coltivati Ogm perché la maggioranza dei cittadini vi sono avversi. Non solo. Già da oggi le autorità nei singoli Stati membri possono fare delle scelte che permettono loro di avere un’agricoltura completamente libera da Ogm.
“Abbiamo mantenuto le nostre promesse”, ha esordito oggi a Bruxelles il commissario europeo alla Salute John Dalli nel presentare la nuova strategia europea sul futuro degli Ogm che comprende un ‘pacchetto’ di misure. Due gli interventi essenziali. Il primo è di applicazione immediata, in quanto modifica e sostituisce le raccomandazioni in materia di coesistenza tra produzioni agricole convenzionali, biologiche o Ogm. Il secondo riguarda una proposta legislativa che lascia libero ogni Stato membro dell’Ue di decidere se autorizzare o meno la coltivazione di ogm sul proprio territorio. La proposta dovrà però essere negoziata con Consiglio e Parlamento Ue.
Al momento non cambia nulla, invece, per la procedura che riguarda gli Ogm importati e utilizzati per produrre alimenti e mangimi, che continueranno a circolare nell’Ue dopo essere stati approvati a livello europeo.
Dalli ha tenuto infatti a precisare “che il sistema di autorizzazione degli Ogm nell’Ue non verrà modificato e continuerà a basarsi su fondamenti scientifici rigorosi”. Aggiungendo che continuerà a lavorare con l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare per rafforzare ulteriormente i relativi pareri scientifici. Bruxelles non intende abbassare la guardia, e annuncia anche “un sistema di controllo rafforzato sugli Ogm e l’impegno a far controllare, prima della fine dell’anno, l’applicazione delle misure prese”.
Insomma, con la nuova proposta l’Europa dà una svolta alla vecchia concezione degli Ogm. In particolare, con le nuove raccomandazione sulla coesistenza tra i diversi tipi di produzioni agricole, Bruxelles offre gia’ agli Stati gli strumenti per introdurre regole molto piu’ restrittive. Cosi’, ad esempio, una regione può decidere che sul suo territorio, o parte del territorio, la contaminazione da Ogm deve essere a livello zero. Questo è possibile perché non è più necessario rispettare la soglia dello 0,9% di presenza accidentale di Ogm nei prodotti coltivati in modo convenzionale.
Inoltre, se entrerà in vigore la modifica della direttiva europea come proposta da Bruxelles, uno Stato membro potra’ decidere se coltivare o meno un Ogm autorizzato dall’Ue avvalendosi di giustificazioni etiche, morali, ambientali o socioeconomiche. Bastera’ che informi la Commissione della decisione presa senza che Bruxelles possa interferire. I Paesi invece che decideranno di coltivare ogm, ad esempio un mais transgenico, potranno venderlo sul mercato europeo ma dovra’ essere chiaramente etichettato come prodotto ogm.
Dalli lancia la sfida ai 27. “Siamo pronti al dibattito – dice – un dibattito basato sui fatti, non sulla paura, per far fronte alla realtà e non a quello che potrebbe succedere”.

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