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Olanda: fine battaglia legale, stop associazione pro-pedofilia

(Keystone-ATS) La Corte di cassazione olandese ha definitivamente vietato e dato ordine di sciogliere l’associazione pro-pedofilia ‘Sticthing Martijn’, che dal 1982 operava per rendere accettabili le relazioni sessuali consenzienti tra adulti e minori.

La sentenza odierna mette la parola fine a una lunga battaglia giudiziaria, dopo che in appello in nome della libertà d’espressione e d’associazione era stata ribaltata la sentenza di primo grado che già bandiva l’associazione. Secondo la Cassazione, invece, questa “banalizza i pericoli dei contatti sessuali con i bambini”, per questo, ha concluso, “è necessario vietare e sciogliere l’associazione in nome della protezione della salute, dei diritti e delle libertà dei bambini”.

La Corte d’appello che si era espressa un anno fa, invece, aveva ritenuto che, sebbene le attività di ‘Martijn’ fossero contrarie all’ordine pubblico e “reprensibili”, non erano comunque punibili, nemmeno per il materiale presente sul sito internet ritenuto legale. E che la società olandese era “sufficientemente capace di difendersi” dalla propaganda dell’associazione. La Cassazione ha ribaltato anche questo aspetto, affermando che “nella coscienza collettiva della società olandese, i contatti sessuali tra adulti e bambini sono un’aggressione grave nei confronti dell’integrità fisica e sessuale del bambino”.

Nel corso del tempo l’attività della ‘lobby pro-pedofilia’ ha subito svariati attacchi, di cui il più grave fu nel 2007 quando il sito pubblicò le foto della figlia dell’oggi re Alessandro Guglielmo, Amalia, che ne chiese immediatamente la rimozione. Qualche anno dopo venne invece perquisita l’abitazione dell’allora presidente Ad van den Berg, dove la polizia trovò foto, film e riviste di pornografia infantile e che portò alla condanna nell’ottobre 2011 a 3 anni di reclusione dell’uomo

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