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Ombra Isis su Balcani, spot per attrarre jihadisti

(Keystone-ATS) È un vero e proprio spot per attirare aspiranti jihadisti bosniaci, albanesi e kosovari a unirsi allo Stato islamico (Isis) in Siria e Iraq il video propagandistico pubblicato dai media dell’Isis nelle ultime ore e intitolato “L’onore è nella jihad”.

Il filmato, della durata di circa 20 minuti, è costruito alternando interpretazioni della storia dei Balcani dal medioevo agli eventi più recenti con testimonianze di combattenti dell’Isis provenienti da Bosnia, Albania e Kosovo. “Unitevi alle file del califfato… fate uscire le genti dal buio e date loro la luce”, ripetono più volte i jihadisti che appaiono di fronte alle telecamere e che parlano nelle rispettive lingue d’origine.

“Uccidete i miscredenti ovunque essi siano (…) mettete l’esplosivo nelle loro auto, avvelenate le loro bevande”, afferma Salahuddin (Saladino) al Bosni, un giovane jihadista biondo. Insieme a lui parlano Abu Jihad al Bosni (il bosniaco), Abu Balqis al Albani (l’albanese) e altri. C’è spazio persino per un anziano combattente bosniaco, tale Abu Siddiq con la lunga barba tinta e che si muove in trincea col bastone.

I filmati d’archivio mostrano come dalla caduta dell’impero ottomano a oggi i musulmani siano “stati umiliati” dal laicismo, dai nazionalismi, dai crociati, dai comunisti, dai dittatori ortodossi (si citano Milosevic e Mladic). Nel filmato ricorrono immagini di minareti e di moschee distrutte. I “Balcani” disegnati dall’Isis sono quelli abitati in prevalenza da musulmani: “Albania, Kosovo, Macedonia, Bosnia”. La “Jugoslavia è stata un’umiliazione”.

Ma è solo verso la fine del filmato che lo spot per l’Isis diventa palese: la scena si sposta a Raqqa, città nel nord della Siria dal 2013 controllata dallo Stato islamico, e sulle sponde del lago artificiale creato dalla diga sull’Eufrate, a ovest di Raqqa. Si mostra un jihadista che cammina per le strade tenendo per mano una bimba e in braccio un bimbo più piccolo. La presunta moglie, coperta con una stuoia nera da capo a piedi, lo affianca. “Qui si vive in dignità, in sicurezza, in famiglia (…) nessuno entra nelle vostre case e coglie le mogli scoperte” afferma.

Altre scene mostrano uomini seduti attorno a un tavolo a bere il tè e la voce fuori campo ripete in maniera ossessiva: “Qui c’è sicurezza e pace”. Un padre accompagna il figlio a un parco giochi. Il bimbo indossa una tuta mimetica e un turbante nero, ha in mano una lattina di una bibita e scende sullo scivolo sorridendo. “Ci preparano a essere pecore per il prossimo massacro”, avverte uno dei jihadisti parlando in bosniaco e riferendosi ai governanti della Bosnia e degli alleati “crociati”. “Unitevi ai ranghi del Califfato”.

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