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ONU: Maurer, se non ci fosse bisognerebbe inventarla

(Keystone-ATS) “Se l’ONU non esistesse, bisognerebbe inventarla”: lo ha detto il presidente della Confederazione Ueli Maurer ai giornalisti poco dopo il suo discorso tenuto ieri a New York davanti alla 68esima Assemblea generale. L’ex presidente dell’UDC, che nel 2002 si era battuto contro l’adesione della Svizzera all’organizzazione internazionale, non ha peraltro mancato di criticarne la burocrazia, sferrando anche un attacco a quegli stati che sfruttano la loro forza per mostrare i muscoli nei confronti delle nazioni più piccole.

Secondo Maurer l’ONU è necessaria: ma al di là dei discorsi bisogna anche sapere agire. Le Nazioni Unite rappresentano una piattaforma utile per trovare le soluzioni a problemi globali, a patto però di rendere l’organizzazione più efficiente, innovativa ed efficace. La Svizzera, quale paese neutrale, è pronta a fare la sua parte, ha continuato il ministro della difesa. La sua posizione sembra aver subito un’evoluzione negli ultimi undici anni, vale a dire dal 3 marzo 2002, quando popolo e cantoni accettarono un’iniziativa popolare, sostenuta dal Consiglio federale, che auspicava l’entrata della Confederazione nell’ONU: la Svizzera – aveva detto quel giorno in consigliere nazionale – “perde qualcosa di essenziale, vale a dire la sua neutralità”.

A New York ieri Maurer ha accolto positivamente il discorso del presidente iraniano Hassan Ruhani, che “apre nuove prospettive per la regione”. Da parte sua il ministro elvetico ha ricordato la tradizione umanitaria della Svizzera e la sua politica dei buoni uffici, con un occhio ai colloqui di pace per la Siria e alle trattative sul nucleare iraniano.

Ma ha anche insistito sul principio dell’uguaglianza dei diritti, non solo tra persone, ma anche tra popoli e nazioni, “piccole e grandi”. Il presidente della Confederazione – che si è rivolto all’assemblea in francese – ha manifestato la sua preoccupazione per quello che ha definito “il ritorno alla politica della potenza”, un’evoluzione “deplorevole”. “Noi crediamo nella concorrenza pacifica tra differenti sistemi economici. Crediamo nella diversità di questo mondo: la diversità pacifica tra stati sovrani che intrattengono relazioni da pari a pari”, ha detto Maurer.

Pressato da un altro appuntamento, il ministro della difesa ha potuto attendere solo brevemente le reazioni al suo discorso: queste sono però state tutte positive, ha detto. E c’è stato anche l’incontro con il presidente americano Barack Obama e la moglie Michelle, con una stretta la mano. Il tempo per un lungo colloquio non è però stato sufficiente, ha raccontato Maurer. “Mi ha chiesto come sto e gli ho risposto: bene”.

Nei due giorni a New York il consigliere federale ha ascoltato quattro volte Obama, correggendo in parte l’immagine che aveva di lui. “Mi era stato presentato come uno che legge dal gobbo. Non ho avuto questa impressione, appare molto disteso”.

Da parte sua il ministro degli esteri Didier Burkhalter si è impegnato sul fronte dello sviluppo sostenibile. La Svizzera – ha spiegato – sta lavorando con la Germania e la Francia alla formulazione degli obiettivi che dovrebbero essere promulgati nel 2015. In questo senso Berna si sta concentrando sul problema dell’utilizzo dell’acqua: Burkhalter oggi parteciperà a un convegno sul tema. Ueli Maurer invece vedrà Peter Maurer, presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa, in un incontro ministeriale concernente la protezione della popolazione durante i conflitti armati.

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