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ONU: nel mondo 875 milioni di armi da fuoco, export svizzero nono

(Keystone-ATS) NEW YORK – Nel mondo si valuta che ci siano 875 milioni di armi da fuoco leggere e di piccolo calibro, il cui commercio autorizzato crea un volume d’affari di oltre sei miliardi di dollari. La Svizzera è al nono posto nell’export e in prima posizione per la trasparenza nel commercio di queste armi.
È quanto risulta dallo Small Arms Survey 2010, la decima analisi annuale mondiale delle problematiche legate alle armi leggere, presentata ieri alle Nazioni Unite di New York. L’ultimo rapporto era dedicato in particolare alle bande di delinquenti nonché alle milizie e ai gruppi armati non statali. Assieme posseggono “solamente” una decina di milioni di armi, ma il tasso di omicidi fra i loro membri può essere cento volte superiore a quello del resto della popolazione.
Per la prima volta lo Small Arms Survey ha esaminato in modo più approfondito il commercio mondiale di munizioni, che negli ultimi dieci anni è aumentato in maniera sensibile e che è molto meno trasparente rispetto a quello di armi. In media, fra il 2006 e il 2009 il valore annuale delle transazioni autorizzate è stato di 4,3 miliardi di dollari: 2,5 miliardi per le munizioni di armi leggere e 1,8 miliardi per quelle di piccolo calibro. Se possibile – sottolinea il rapporto – i governi si procurano la maggior parte delle munizioni da produttori locali. Le transazioni internazionali sono quindi spesso una piccola percentuale delle commesse pubbliche.
Combinando i dati dell’ultimo rapporto con quelli degli anni precedenti è quindi risultato che il commercio autorizzato di armi e munizioni assieme muove un giro d’affari annuale superiore ai 6 miliardi di dollari, “molti di più dei 4 miliardi finora stimati”, scrivono gli autori dell’indagine.
In base ai dati del 2007 forniti dalle dogane, i paesi che esportano armi leggere per oltre 100 milioni di dollari sono (in valore decrescente) Stati Uniti, Italia, Germania, Brasile, Austria, Belgio, Gran Bretagna, Cina, Svizzera, Canada, Turchia e Russia. Anche la classifica dell’import è dominata dagli Stati Uniti, seguiti da Gran Bretagna, Canada, Francia, Germana e Spagna.

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