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Opec: addio Qatar segnala crepe, dubbi su intesa Vienna

Il logo dell'Opec al quartier generale di Vienna. KEYSTONE/EPA/CHRISTIAN BRUNA sda-ats

(Keystone-ATS) Anche l’Opec rischia di implodere e la ‘Qatarexit’, l’addio del Qatar al cartello petrolifero annunciato ieri, mette a nudo le crepe che da anni si accumulavano sottotraccia.

Tanto che, a due giorni dal meeting a Vienna dal quale ci si attende un taglio alla produzione che però non è scontato, ci s’interroga su chi potrebbe essere il prossimo a uscire. “È prematuro dire cosa accadrà” nella riunione a Vienna del 6 dicembre, ha detto oggi il ministro saudita dell’Energia Khalid Al-Falih: c’è bisogno di un confronto con gli altri produttori “sulla domanda e l’offerta e le proiezioni di produzione dei loro Paesi” e quindi è ancora da definire l’entità di un eventuale taglio. “Dobbiamo capire cosa deve essere fatto e di quanto”.

Tacciono gli altri membri del Cartello: ci sono le linee generali di un accordo ma i dettagli restano da definire e il problema è principalmente chi dovrà sobbarcarsi i maggiori tagli alla produzione, rischiando di regalare agli altri il beneficio del rialzo del prezzo.

Pesa più che mai la pressione degli Stati Uniti, con i tweet infiammati di Donald Trump contro un rialzo dei prezzi: l’Arabia Saudita – il cui principe ereditario Mohammed Bin Salman è infangato dall’assassinio del giornalista Jamal Khasshoggi – oggi più che mai non può mettersi contro la Casa Bianca. Ecco, dunque, che un taglio efficace per sostenere i prezzi potrebbe sfumare.

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