Prospettive svizzere in 10 lingue

Padre Pio: dopo 42 anni riposa nella “sua” chiesa

(Keystone-ATS) FOGGIA – Padre Pio, il frate con le stimmate, proclamato santo otto anni fa, oggi ha fatto riunire nuovamente in massa il suo popolo di fedeli.
A migliaia lo hanno atteso sul sagrato del santuario di Santa Maria delle Grazie per un applauso, un segno della croce, una foto o per filmarlo; e a migliaia lo hanno seguito con lo sguardo, dietro le transenne, mentre percorreva quel breve tratto che lo portava alla nuova e definitiva destinazione, nella cripta inferiore della ‘sua’ chiesa.
E’ accaduto nel giorno della traslazione delle sue spoglie, con una cerimonia solenne e una celebrazione eucaristica che ha coinvolto davvero tutti: dai vescovi ai frati del convento di San Giovanni Rotondo e di quelli limitrofi, dalle autorità civili (il consiglio comunale di San Giovanni Rotondo ha tenuto una breve riunione straordinaria in mattinata all’interno della chiesa) ai gruppi di preghiera dedicati a padre Pio, che ormai non hanno confini. Una data, quella del 19 aprile, che è coincisa con il quinto anniversario dell’elezione al soglio pontificio di papa Benedetto XVI e con l’apertura del 126/o Capitolo ordinario dei frati cappuccini della provincia religiosa di Sant’Angelo e padre Pio.
Le spoglie del frate con le stimmate, dal giorno della tumulazione (26 settembre 1968), non avevano mai lasciato la cripta inferiore del santuario. D’ora in poi riposeranno nella chiesa inferiore a lui dedicata e consacrata per l’occasione, molto più ampia della cripta del santuario e costellata da mosaici che rievocano episodi del Vangelo. Tutto, compresa la lunghissima rampa d’accesso che mostra in parallelo le vite di san Francesco d’Assisi e di san Pio da Pietrelcina, è impreziosito da tonnellate di pietre dure provenienti da numerosi Paesi del mondo rivestite di uno strato di foglia d’oro. Un’opera colossale realizzata dal padre gesuita sloveno Marco Ivan Rupnik e dal suo atelier, composto da artisti provenienti da otto Paesi e appartenenti alle Chiese cattolica romana, greco cattolica e ortodossa.
Una “tomba” fatta con “120 chili d’oro” che è “un inno alla massoneria” e “un’offesa alla poverta”, contestano i membri dell’associazione ‘Pro padre Pio’, già contrari anche alla riesumazione del corpo eseguita nel 2008. “Falso”, ha ribattuto il portavoce provinciale dei frati cappuccini, frate Antonio Belpiede, ricordando che quei mosaici sono stati realizzati con tessere di terracotta rivestite da una ‘spennellata’ di oro ricavato con appena tre chili di oggetti preziosi.
“Nell’altare vengono collocate le reliquie dei martiri”, ha ricordato nella sua omelia l’arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, mons. Michele Castoro, sottolineando un’antica tradizione divenuta obbligo con il secondo Concilio di Nicea. Perché san Pio “dopo essersi offerto come vittima al Signore, è divenuto martire sino alla fine dei suoi giorni”, ed ecco il motivo dell’unificazione del rito della consacrazione dell’altare con la traslazione delle spoglie. Un atto, quest’ultimo, che lo affianca a figure venerate di santi, come san Francesco d’Assisi e sant’Antonio da Padova, e a pontefici amatissimi, come papa Giovanni XXIII. Ecco perché con la traslazione, sostengono i frati, le spoglie di san Pio saranno ancor di più “fonte di evangelizzazione”.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR