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Pakistan: caldo record, arriva la fatwa per stop digiuno Ramadan

(Keystone-ATS) “L’Islam consente agli anziani, ai malati, alle persone deboli di non seguire il digiuno in condizioni difficili” e “non richiate la vita”. È con queste parole che un leader religioso di Karachi ha sollevato i musulmani dall’obbligo del digiuno per il caldo record.

Il leader ha così sollevato i musulmani dall’obbligo del digiuno durante il mese sacro di Ramadan dopo che oltre 850 persone sono morte a causa dell’eccezionale ondata di caldo nella provincia pakistana del Sindh.

La fatwa (editto religioso) – riferisce l’agenzia di stampa Dpa – arriva dal mufti Naeem, leader religioso della madrasa Binori di Karachi, considerata tra le principali del Pakistan, con milioni di seguaci in Pakistan e nel vicino Afghanistan.

Il mese di Ramadan è il nono mese del calendario islamico durante il quale i musulmani digiunano dall’alba al tramonto. È il versetto 183 della seconda Sura del Corano che prescrive il digiuno per i fedeli in questo periodo. Per la sharia il digiuno di Ramadan è un atto basilare di culto, obbligatorio per tutti i musulmani ad eccezione dei più ‘vulnerabili’, come ad esempio anziani, donne in gravidanza e malati.

In Pakistan durante il Ramadan ristoranti, bar e chioschi restano sempre chiusi fino al tramonto. A volte arrivano notizie di persone picchiate da folle inferocite che le hanno sorprese a bere o mangiare in luoghi pubblici.

A Karachi la maggior parte delle vittime dell’ondata di caldo è morta per disidratazione. Secondo Seemin Jamali, medico del Jinnah Hospital della città citato dalla Dpa, molte vittime erano anziani che seguivano il digiuno. Per il mufti Naeem di Jamia Binori, “la gente non deve rischiare la vita per un dovere religioso” perché “la vita è più importante”.

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