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Palestinesi: maggioranza non vuole terza Intifada

(Keystone-ATS) La maggioranza dei palestinesi ritiene che la violenza creata “dall’Intifada dei coltelli” abbia sensibilmente peggiorato le condizioni socioeconomiche e di sicurezza in Cisgiordania e che nuove elezioni legislative e presidenziali si debbano tenere immediatamente.

Inoltre, ritiene che la situazione stia andando “nella direzione sbagliata”. Lo rivela un sondaggio dell’istituto Awrad (Arab World for Research and Development) su un campione di 1200 palestinesi a Gaza e in Cisgiordania a fine gennaio.

Il 53.7% degli intervistati è contrario ad una terza Intifada (56,9% in Cisgiordania e 48,2% a Gaza) e ritiene che la sicurezza nella regione nell’ultimo anno abbia peggiorato la situazione economica (57,4%) con le recenti violenze a influenzare negativamente gli investimenti (64,8%), condotto ad una perdita di posti di lavoro (18,3%) e di introiti (35,8%).

Il 50,2% pensa che una nuova Intifada non favorirebbe la creazione di uno stato palestinese, con il 39,4% a favore e il 10,4% che dice di non sapere. Il 78,6% si dice contrario alla dissoluzione dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), il 79,4% vorrebbe avere elezioni legislative immediate (92,2% a Gaza e 71,7% in Cisgiordania), mentre il 79,9% vorrebbe immediate elezioni presidenziali.

Se queste ultime vedessero confrontarsi Abu Mazen (Mahmoud Abbas) e Ismail Haniyeh (Hamas), il 40,4% degli abitanti di Gaza voterebbe l’attuale presidente, mentre solo il 22,3% del totale degli intervistati voterebbe per il leader di Hamas. Più del 30 percento non voterebbe.

Si conferma l’intenzione di voto dei recenti sondaggi sul candidato favorito per la presidenza tra i palestinesi: Marwan Barghouti – attualmente in carcere – avrebbe il 52,4% delle preferenze se dovesse competere con Haniyeh (18,9%). Secondo il sondaggio, il partito più popolare rimane sempre Fatah con il 38,6% (45,8% a Gaza e 34,3% in Cisgiordania), mentre la fazione islamica di Hamas si ferma ad un 17,6%.

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