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Papa: non si uccide in nome Dio, libera parola è diritto

(Keystone-ATS) “Non si uccide in nome di Dio, la libertà di espressione è un diritto e un dovere”. In volo verso le Filippine dopo i due giorni in Sri Lanka papa Francesco ha incontrato i giornalisti, spaziando tra molti temi, comprese le minacce alla sua incolumità: ha paura per i fedeli, ha detto, per sé ha “una bella dose di incoscienza”, e prega di avere il coraggio di affrontare il dolore.

Ma, sono state prese “misure discrete e sicure, speriamo”, si augura, dopo aver detto che il “modo migliore” per affrontare le minacce è “essere mite, umile, come il Padre, non essere aggressivi”. E c’è stata anche l’occasione per fare gli auguri all’agenzia di stampa italiana ANSA che compie 70 anni.

Papa Bergoglio, che questa mattina nello Sri Lanka aveva avuto solo incontri privati, per poi decollare verso le Filippine, ha tenuto anche a precisare qual è il “messaggio” per le Filippine, cioè il motivo principale del suo viaggio: i “poveri”. E in particolare quelli che hanno tanto sofferto per il tifone Yolanda, che nel 2013 ha fatto circa seimila vittime e un numero altissimo di sfollati. Rispondendo invece a domande sullo Sri Lanka, ha raccontato i particolari della visita che ha reso ieri al monaco buddista Banagala Upatissa, che lo aveva invitato, ha ricordato che fino a prima del Concilio al catechismo insegnavano che tutti quelli di altre fedi finivano all’inferno, che la Chiesa ha peccati da espiare in questo campo, in cui però ha cambiato tanto.

Papa Francesco non si è sottratto a nessuna domanda, e si è mosso tra i temi più difficili con quella “mitezza” che ha evocato contro le violenze. Ma anche con amore di chiarezza. “Lei è francese – ha risposto al giornalista che gli proponeva una riflessione su libertà di fede e libertà di espressione – andiamo a Parigi, parliamo chiaro”, ha detto pensando ovviamente alla strage contro Charlie Hebdo.

“La libertà di espressione è un diritto e un dovere – ha sottolineato – ma non si offende, non si giocattolizza la religione”. La fede è una cosa seria, ma come ha detto papa Benedetto, una “mentalità, una metafisica postpositivista considera le religioni come una sottocultura le tollera ma le prende in giro”. Bene, la fede non si offende, ma se viene offesa non si deve reagire con “violenza”. “Se il dottor Gasbarri, mio caro amico, dice una parolaccia alla mia mamma, si aspetti un pugno”, ha scherzato per chiarire cosa intende con “limite” alla libertà di espressione e sulla entità dei mezzi per reagire alle offese.

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