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Pasqua: la festività in Vaticano e nel mondo

(Keystone-ATS) ROMA – Sullo sfondo dello scandalo pedofilia che sta scuotendo la Chiesa cattolica in tutto il mondo, la messa pasquale officiata stamane dal Papa alla basilica di San Pietro è stata preceduta da un inedito messaggio augurale al Pontefice da parte del decano del collegio cardinalizio, card. Angelo Sodano, che ha pronunciato parole di solidarietà a Ratzinger esprimendogli la vicinanza di “tutta la Chiesa” in un momento così delicato.
Il Papa, nel suo messaggio ‘Urbi et Orbi’, ha rivolto una preghiera per la pace in Terra Santa, ma anche perché cessino i crimini legati al narcotraffico in America Latina e nei Caraibi. E un richiamo ai “cristiani che, per la loro fede, soffrono la persecuzione e persino la morte, come in Pakistan” e a quelli d’Iraq, che “conoscono prove e sofferenze”.
In tutto il mondo, comunque, la cristianità ha celebrato oggi – in contemporanea con la pasqua ebraica – la sua festività più importante, non sempre purtroppo nell’atmosfera più propizia.
In Russia, ad esempio, si sono svolte in un clima ‘blindato’ le messe pasquali di stanotte a Mosca e nelle principali città dopo gli attentati dei giorni scorsi. Nella capitale erano numerosi i poliziotti che controllavano gli ingressi, anche con i metal detector, degli edifici religiosi più importanti: come il Monastero di Novodievici e la cattedrale di Cristo Salvatore, dove il leader del Cremlino Dmitri Medvedev e il premier Vladimir Putin hanno assistito alla messa del patriarca Kirill. Complessivamente in tutta la Russia, secondo il ministero dell’Interno, sono stati mobilitati oltre 100.000 poliziotti.
In Egitto papa Shenouda III, il capo della Chiesa copta nel Paese, ha officiato la messa nella Cattedrale copta di San Marco del Cairo gremita di fedeli, così come ha fatto a Istanbul il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I.
La cristianità guarda poi in questi giorni con un misto di sofferenza e speranza a Gerusalemme, la città Santa al centro della contesa israelo-palestinese. Ieri nella basilica del Santo Sepolcro i patriarchi delle Chiese d’oriente hanno ricevuto secondo un rito che si tramanda da secoli il fuoco sacro, una fiamma che per miracolo si accenderebbe ogni anno spontaneamente alla presenza del patriarca ortodosso. Ma nonostante i circa 10.500 permessi annunciati dalle autorità israeliane per le celebrazioni pasquali ai cristiani della Cisgiordania e di Gaza (che in realtà sarebbero ora solo 3.000 secondo le stime di associazioni cristiane dei Territori), la chiusura preventiva, parziale o totale, di posti di blocco militari, quali quello di Betlemme, ha scoraggiato diversi cristiani a visitare la Città Santa.
In occasione della Pasqua ebraica poi – che dura una settimana e si conclude domani – 20 mila escursionisti israeliani hanno attraversato il confine fra Eilat e Taba e sono entrati in Egitto, ignorando così i ripetuti appelli delle autorità israeliane ad astenersi dall’ entrare nel Sinai dove – secondo informazioni di intelligence – essi sono esposti al rischio di attentati palestinesi o anche di gruppi che si ispirano ad al-Qaida.

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