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Per PS è smantellamento, da borghesi reazione più cauta

(Keystone-ATS) “Il programma di stabilizzazione presentato oggi dal Consiglio federale non è altro che uno smantellamento delle prestazioni dello Stato, la cui fattura viene direttamente inviata alla classe media”.

Così si è espresso il Partito socialista svizzero al piano governativo posto in consultazione fino al 18 marzo prossimo. Dal canto loro, i partiti borghesi hanno reagito in maniera più cauta.

Secondo il PS, se il Consiglio federale procederà a tagli dell’ordine di 2,8 miliardi nei prossimi tre anni, la classe media sarà doppiamente colpita: da un lato, con un aumento delle imposte e, dall’altro, con un calo delle prestazioni.

Secondo la consigliera nazionale ticinese Marina Carobbio, che è anche vicepresidente del PS, “il programma di smantellamento è la conseguenza diretta di una politica fiscale errata, orientata verso il capitale e a scapito dei contribuenti”.

Il Partito socialista “si impegnerà in Parlamento affinché la maggioranza di destra non commetta lo stesso errore con la riforma III dell’imposizione delle imprese”.

Partiti borghesi più cauti

Secondo l’UDC, invece, “non è normale che nonostante un programma di stabilizzazione le spese continuino ad aumentare del 2,7% all’anno. A detta dei democentristi, “occorrerebbe intervenire in settori che hanno visto aumentare fortemente il loro budget negli ultimi anni”, come la cultura o la cooperazione internazionale.

Anche il PLR, per bocca del consigliere nazionale vodese Olivier Feller, sottolinea che la crescita annuale delle spese federali resterà, con il 2,7%, probabilmente superiore a quella del PIL nazionale. In Parlamento, aggiunge Feller, “presteremo un’attenzione particolare ai settori dell’esercito, dell’agricoltura, nonché della formazione e della ricerca, e rifletteremo se le conseguenze dei tagli sono sopportabili”.

Il PPD si mostra prudente circa l’impatto del programma d’austerità. Quest’ultimo sarà all’ordine del giorno di una riunione del partito in gennaio e verrà esaminato nel dettaglio dai nostri esperti, ha indicato all’ats il segretario generale aggiunto Florian Robyr.

Anche la Conferenza dei direttori cantonali delle finanze (CDF), pur comprendendo che la Confederazione debba attenersi a un rigore finanziario, esaminerà nel dettaglio le misure previste. Per principio, essa si oppone a un trasferimento degli oneri dalla Confederazione ai cantoni, ha tuttavia dichiarato all’ats il segretario aggiunto della CDF, Peter Mischler.

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