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Perequazione finanziaria, cantoni “ricchi” meno tartassati

(Keystone-ATS) I cantoni “ricchi”, specie quelli urbani, dovrebbero versare meno soldi per il fondo destinato alla perequazione delle risorse per il periodo 2016—2019. È quanto ha deciso la commissione delle finanze del Consiglio nazionale (CdF-N), proponendo un taglio di 134 milioni di franchi.

Affrontando questo dossier nel dicembre scorso, il Consiglio degli Stati aveva deciso di non fare “sconti” ai cantoni ricchi. Nel suo progetto, il Consiglio federale chiedeva di ridurre di 134 milioni (su un totale di 1,5 miliardi) il contributo dei cantoni ricchi e di 196 milioni (su 2,3 miliardi ) quello della Confederazione.

I “senatori” non hanno voluto saperne, ed hanno votato per lo status quo, sostenendo di non voler modificare un sistema che ha dato buona prova di sé dalla sua introduzione nel 2008.

Per 16 voti a 9, la CdF-N ha tuttavia deciso di sgravare i cantoni per 134 milioni e di attribuire i 196 milioni rimanenti – ossia quel contributo che la Confederazione intende risparmiare – al fondo destinato alla compensazione degli oneri.

In particolare, ha sostenuto il consigliere nazionale Olivier Feller (PLR/VD), la maggioranza si è espressa per una maggiore dotazione di risorse destinate alla compensazione degli aggravi socio-demografici (560 milioni), piuttosto che geo-topografici (fissa a 363 milioni).

Per Feller, mentre i fattori geo-topografici, legati alla particolare morfologia di un territorio, tendono ad essere costanti, quelli “socio-demografici” possiedono una “dimensione dinamica”. Il consigliere nazionale ha fatto l’esempio dei costi legati alle spese nel settore sociale, in crescita negli ultimi anni. Nel suo progetto, il Governo proponeva invece di non toccare il meccanismo di compensazione degli oneri – dotato di 730 milioni.

Addolcire pillola per Cantoni ricchi (e urbani)

Sulla scia delle modifiche apportate al progetto governativo, modifiche che si discostano anche dalla soluzione elaborata dagli Stati, la CdF-N ha approvato (13 voti a 11) l’iniziativa del canton Vaud con cui si chiede che di tener conto, nel meccanismo della perequazione, sia dei costi che gravano sui centri urbani sia del tasso d’imposizione cantonale.

Stando a Feller, con la decisione di rafforzare la dotazione per gli oneri socio-demografici, la Cdf-N risponde già a metà degli obiettivi perseguiti dall’iniziativa cantonale. Circa l’elaborazione di un indicatore che tenga conto del livello d’imposizione, quest’ultimo rimane tutto da definire, ha spiegato.

Concorrenza fiscale va mantenuta

Tuttavia, ha precisato il radicale vodese, non si tratta di mettere in discussione la concorrenza fiscale tra cantoni, ma di fare in modo, per esempio, che i contributi dei cantoni “ricchi” non servano a quelli che li ricevono per ridurre l’imposizione fiscale. Ciò potrebbe essere fonte di tensioni, ha sostenuto Feller.

Il presidente della CdF-N, Leo Müller (PPD/LU), ha ammesso che nel corso delle discussioni si è parlato anche di dumping fiscale tra cantoni. Non si è discusso tuttavia dell’adozione di eventuali limiti minimi d’imposizione.

Tra le rivendicazioni dei cantoni “ricchi” figurava anche la possibilità di destinare meno risorse ai cantoni che praticano il dumping fiscale.

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