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Pernottamenti in aumento, ma non in Ticino

(Keystone-ATS) I pernottamenti alberghieri in Svizzera hanno segnato una progressione annua dello 0,9% o 310’000 unità nel 2014, a 35,933 milioni, dopo il +2,5% del 2013. Stando ai dati definitivi comunicati oggi dall’Ufficio federale di statistica (UST) risultano in controtendenza soprattutto il Ticino (-3,8% o -92’000 notti a 2,313 milioni) e i Grigioni (-2,1% o -109’000 unità a 5,052 milioni).

Per la prima volta dall’inizio degli anni Novanta i turisti indigeni hanno raggiunto la soglia di 16 milioni di notti, con un incremento dello 0,9% o 137’000 unità rispetto al 2013. Pure dello 0,9% sono cresciuti i pernottamenti di ospiti stranieri, a 19,9 milioni (+173’000).

L’evoluzione positiva complessiva è dovuta al miglioramento dell’1,7% nel secondo semestre, dopo il risultato stabile registrato nella prima metà dell’anno. Nove mesi su dodici hanno presentato un aumento; i migliori sono stati quelli di ottobre (+149’000 pernottamenti; +5,7%) e dicembre (+111’000; +4,5%). Presentano invece flessioni i mesi di febbraio, giugno e luglio.

La durata media del soggiorno è stata di 2,1 notti (2,0 per i turisti elvetici e 2,2 per quelli stranieri), come nel 2013. Il tasso netto di occupazione delle camere è salito in un anno dal 51,6 al 52,0%, con forti variazioni regionali: agli antipodi si trovano Ginevra (65,1%) e Svizzera orientale (38,9%).

Svizzera Turismo prevede crollo in montagna

Svizzera Turismo prospetta un calo dei pernottamenti fino al 10% nelle regioni di montagna in seguito all’apprezzamento del franco. Le città dovrebbero invece essere meno colpite. Hotelleriesuisse chiede misure immediate e condizioni quadro migliori per il settore.

Basandosi su un cambio di 1.05 franchi per un euro, Svizzera Turismo calcola che a livello nazionale le notti dovrebbero diminuire del 3,1% nel 2015 e 2016. Nelle regioni alpine e rurali è attesa una contrazione del 5,6%. A medio termine le regioni alpine dovrebbero soffrire ancor maggiormente, perché attirano pochi turistici da paesi lontani come la Cina, ha affermato il direttore di Svizzera Turismo Jürg Schmid nella conferenza stampa annuale tenuta oggi a Zurigo.

Una flessione fino al 10% significa che gli alberghi potranno investire meno nel loro rinnovo. Ciò accelera il cambiamento strutturale e mette per la prima volta in pericolo anche hotel esemplari, ha ammonito Schmid.

Hotelleriesuisse intende puntare ancor più su innovazione, qualità e cooperazione. Ma chiede anche misure mirate immediate nell’ambito dei programmi di promozione esistenti così come “condizioni quadro politiche leali”. Sono necessarie misure concrete per quanto concerne le importazioni parallele, il principio del “Cassis de Dijon” e della legge sui cartelli, in modo da accrescere la concorrenzialità del settore alberghiero elvetico.

Da parte sua la Federazione svizzera del turismo (FST) esige più mezzi finanziari da parte della Confederazione per la formazione continua, per Svizzera Turismo, per crediti agli alberghi e per lo sviluppo regionale. Inoltre al ramo va concessa la possibilità di ricorrere al lavoro ridotto. Quanto all’attuazione dell’iniziativa sull’immigrazione di massa, auspica che non vengano contingentate le autorizzazioni per i soggiorni di breve durata.

Intanto Svizzera Turismo vuole fronteggiare l’invigorimento del franco con una campagna diretta soprattutto agli ospiti indigeni. Essa costerà 3,9 milioni di franchi e ne farà parte anche il ministro dell’economia Johann Schneider-Ammann. Ma oltre a stabilizzare l’importante mercato interno, l’organizzazione intende rafforzare anche il marketing in paesi europei meno sensibili ai prezzi, in particolare quelli nordici.

Svizzera Turismo vuole pure rivolgere l’attenzione ai turisti facoltosi dei paesi baltici, dei Balcani e della Turchia. Ciò anche in collaborazione con la compagnia aerea Swiss, che con l’orario estivo offrirà collegamenti diretti da queste regioni. Negli Stati Uniti, in India, nel Sudest asiatico e in Cina le misure già previste saranno accelerate.

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