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PMI elvetiche meno ottimiste dopo crisi, sondaggio

(Keystone-ATS) ZURIGO – Prevale un certo pessimismo tra le piccole e medie imprese (PMI) elvetiche al momento di congedarsi dalla crisi attuale. È quanto risulta da un sondaggio – il quarto di questo genere – eseguito su un campione di 1800 aziende dal Credit Suisse, da cui risulta una perdita di fiducia nella globalizzazione.
Benché le PMI siano sempre più agguerrite per lanciarsi all’assalto dei mercati mondiali, vi sono difficoltà strutturali che rendono difficile questo passo: eccessiva burocrazia nella pubblica amministrazione, mancanza di partner e di conoscenze dei mercati di riferimento.
Le aziende sono state interrogate su sei grandi tendenze: demografia, scarsità di risorse, cambiamento dei valori, progresso tecnologico, società della conoscenza e globalizzazione, quest’ultimo argomento principale del sondaggio di quest’anno.
Il 49% (2009: 54%) delle PMI valuta complessivamente come opportunità gli effetti delle sei tendenze fondamentali. Per il 26% (2009: 23%) prevalgono i rischi. Il saldo tra rischi e opportunità indica che le risposte ottimistiche superano quelle pessimistiche del 22% (2009: +31%).
L’ottimismo degli imprenditori pare sia scemato laddove non si ravvisa possibilità di intervenire attivamente. Grande fiducia continua nella conoscenza e nella tecnologia. Il progresso tecnologico è il trend che viene giudicato più ricco di opportunità, con un saldo di +73%. Segue la società della conoscenza (+55%). Meno consensi rispetto all’anno passato vengono raccolti dal cambiamento dei valori (+8% invece di +25%) e dalla globalizzazione (+7% invece di +20%).

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