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Politecnici: taglio Confederazione compromette qualità formazione

(Keystone-ATS) I politecnici federali sono molto preoccupati dal progetto governativo di risparmi: rischia di compromettere la qualità della formazione e della ricerca in Svizzera, paese che invece dovrebbe rafforzare ulteriormente la capacità di innovazione per essere competitivo.

Il programma di stabilizzazione delle finanze federali 2017-2019, inviato in consultazione dal Consiglio federale il 26 novembre fino al 18 marzo, prevede di attuare risparmi di circa un miliardo di franchi all’anno. Nessun ambito viene escluso dai tagli. Per il solo settore di formazione, ricerca e innovazione la cura dimagrante è di 555 milioni di franchi: 152,3 milioni nel 2017, 188,6 milioni nel 2018 e 214,4 milioni nel 2019.

Si tratta di “tagli sproporzionati”, afferma un comunicato odierno del Consiglio delle scuole politecniche federali (CSPF, che riunisce PFL e ETH). Il mezzo miliardo abbondante di franchi costituisce quasi il 20% del programma di economie, mentre il settore di formazione, ricerca e innovazione crea l’11% del totale delle spese della Confederazione, precisa il CSPF.

Inoltre il settore dei politecnici federali ha già dovuto sopportare tagli budgetari per circa 140 milioni di franchi per il periodo 2013–2016. Non sarà quindi possibile sopportare nuove restrizioni finanziarie senza compromettere seriamente l’ampiezza e la qualità delle prestazioni d’insegnamento e di ricerca dei due politecnici di Losanna e Zurigo e dei quattro centri di ricerca Istituto Paul Scherrer (PSI), Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca (EMPA), Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggi (WSL) e Istituto federale per l’approvvigionamento, la depurazione e la protezione delle acque (EAWAG).

La forte valutazione del franco, le incertezze sulla libera circolazione delle persone, sulla collaborazione internazionale e sugli accordi bilaterali mettono la svizzera davanti a sfide enormi. Per farvi fronte il paese deve essere ancora più innovativo e competitivo. Non si capisce dunque perché – sottolinea il CSPF – si voglia indebolire un settore che contribuisce in maniera determinate alla formazione di manodopera svizzera altamente qualificata e quindi alla competitività e alla forza d’innovazione elvetiche.

Al contrario, invece di risparmiare, ci sarebbe bisogno di investimenti supplementari in formazione, ricerca e innovazione. Il settore delle SPF deve imperativamente poter continuare a contare sull’affidabilità e la continuità della crescita delle risorse finanziarie a sua disposizione. Questo anche perché gli studenti ai politecnici di Losanna e di Zurigo continuano ad aumentare e i due istituti fanno fatica a soddisfare pienamente il grande bisogno dell’economia svizzera di giovani diplomati in scienze naturali e tecnologiche.

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