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Popolo approva raddoppio San Gottardo e respinge tutto il resto

(Keystone-ATS) Sì al raddoppio del San Gottardo, no invece alle iniziative popolari sull’espulsione di stranieri, sulla speculazione alimentare e – di strettissima misura – sull’eliminazione degli svantaggi fiscali per gli sposati: questo l’esito delle votazioni federali odierne.

MATRIMONIO E FAMIGLIA – L’oggetto più combattuto si è rivelato l’iniziativa PPD per il matrimonio e la famiglia. La proposta ha ottenuto la maggioranza dei cantoni (Ticino compreso, 54,7%), ma il popolo l’ha bocciata con il 50,8% dei no. Per avere la certezza è stato necessario attendere i dati dell’ultimo cantone, Vaud, ma già a metà pomeriggio l’istituto Gfs.bern del politologo Claude Longchamp aveva correttamente preannunciato l’esito del voto.

Per il presidente della Conferenza dei direttori cantonali delle finanze, il giurassiano Charles Juillard (PPD), il risultato è stato “migliore del previsto”, considerando la coalizione dei contrari. Non è difficile quindi prevedere che il tema rimarrà sul tappeto: per uno svizzero su due non è giusto che diverse migliaia di coppie sposate paghino più imposte e ricevano una pensione inferiore a quella dei concubini.

RADDOPPIO SAN GOTTARDO – Fin da subito chiaro è stato per contro il risultato relativo al risanamento del San Gottardo, che ha raccolto il 57,0% dei consensi. Solo Ginevra e Vaud si sono detti contrari. Il popolo è stato solidale con il Ticino (57,8 di sì), ha osservato il consigliere agli Stati Filippo Lombardi, e l’alta affluenza alle urne rafforza la credibilità della decisione. Non hanno quindi fatto presa le argomentazioni dei contrari, secondo le quali l’apertura di un secondo tunnel avrebbe provocato un massiccio aumento del traffico pesante.

Gli sconfitti promettono però di non mollare la presa e di rimanere alle calcagna dei vincitori. “Devono rispettare gli impegni e confermare che si tratta di un ‘tunnel di risanamento’ senza aumento delle capacità di transito”, ha affermato dal canto suo Jon Pult, presidente dell’Iniziativa delle Alpi.

ESPULSIONE STRANIERI – Il fine settimana si è rivelato amaro per i democentristi. Ancora una volta sola contro tutti, l’UDC non ce l’ha fatta: l’iniziativa per l’attuazione dell’espulsione di stranieri criminali è stata chiaramente respinta dal popolo, con il 58,9% di no.

La proposta di inserire nella Costituzione un dettagliato articolo che concretizzasse l’iniziativa accolta dal popolo nel 2010, aggirando nel contempo una normativa di applicazione decisa dal parlamento, ha trovato sostegno solo in sei cantoni: “campione” del sì è risultato il Ticino, con il 59,4% delle schede.

L’UDC chiede ora che le promesse fatte dai contrari durante la campagna di votazione siano rispettate. “In tal caso avremo un buon compromesso”, ha affermato il capogruppo UDC Adrian Amstutz. Albert Rösti, probabile futuro presidente dell’UDC, ha detto di prendere in parola l’impegno del PLR, che ha parlato di un’applicazione “rigorosissima” (“pfefferscharf”, nell’originale) della legge approvata un anno fa dalle Camere federali. Disposizioni che non sono state combattute con un referendum e che entreranno in vigore secondo la decisione che sarà presa a breve dal Consiglio federale.

DERRATE ALIMENTARI – Come era prevedibile non c’è stata storia nell’ultimo match, quello relativo all’iniziativa popolare promossa da Gioventù socialista (Giso) “contro la speculazione sulle derrate alimentari”. Il testo è stato respinto con il 59,9% dei voti e da tutti i cantoni, ad eccezione – per un soffio – di Giura e Basilea Città. In Ticino i contrari si sono attestati al 58,2%.

Delusione ovviamente tra i promotori: il presidente di Giso, Fabian Molina si attende ora che gli oppositori mantengano gli impegni sottoscritti durante la campagna e che il Consiglio federale non riduca l’aiuto allo sviluppo. Dal canto loro, i partiti borghesi si sono dichiarati molto soddisfatti: l’obiettivo dell’iniziativa era lodevole, ma l’approvazione del testo avrebbe avuto conseguenze negative per la Svizzera a livello di impieghi e gettito fiscale.

La partecipazione si è rivelata molto elevata, superando chiaramente il 60% per tutti gli oggetti in votazione.

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