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Portogallo: Lisbona sprofonda nell’incertezza

(Keystone-ATS) Il Portogallo dalla notte scorsa – da quando si è dimesso il premier socialista Josè Socrates, sconfitto in parlamento sull’ultimo piano di austerità – è ora sotto i proiettori dei signori della politica europea e dei mercati: si è svegliato questa mattina in un mare di incertezze, promesso dagli analisti alle forche caudine del salvataggio Ue-Fmi.

E in un clima di duro scontro e di pre-campagna fra il governo socialista minoritario uscente e l’opposizione, che ieri notte l’ha costretto alle dimissioni. La crisi politica, che si aggiunge alla pressione di nuovo sempre più forte della speculazione – i tassi sul debito battono tutti i record – rende l’ipotesi di un ricorso all’aiuto esterno quasi inevitabile.

A confortare questa analisi, condivisa praticamente da tutti i commentatori, è subito arrivata anche la nuova mazzata di Fitch, che oggi ha declassato a ‘A-‘ il rating del paese – minacciando ulteriori tagli – a causa delle crisi politica. “Con questa crisi politica i mercati finanziari saranno pazienti con il Portogallo quanto Erode lo fù con i bambini ebrei: tassi alle stelle, ‘rating’ a picco. Non arriveremo all’estate: dovremo chiedere aiuto rapidamente” e “il prossimo premier governerà con il Fmi” avverte Jornal de Negocios.

Entro giugno il paese deve trovare sui mercati quasi 9 miliardi per rifinanziarsi, e “fra interessi da pagare e ammortizzatori ha la corda al collo” avverte Publico. Il quotidiano ‘Ì scrive che anche “a Belem (il palazzo presidenziale, ndr) è forte la convinzione che il Portogallo non riuscirà a sfuggire al salvataggio”.

Il capo dello Stato Anibal Cavaco Silva dovrebbe accettare le dimissioni del premier solo domani, al suo rientro dal vertice Ue di Bruxelles, cui quindi partecipa, per ogni evenienza, nel ancora “pieno delle funzioni”. Poi la crisi politica dovrebbe accelerarsi. Cavaco Silva dovrebbe annunciare elezioni anticipate a fine maggio e per giugno il paese potrebbe avere cosi un nuovo governo.

Molti portoghesi, e secondo la stampa anche il capo dello Stato, vorrebbero pilotare il Paese in questa fase di crisi grave una ‘grande coalizionè fra i socialisti e il Psd di Pedro Passos Coelho, l’uomo che stando ai sondaggi potrebbe diventare il prossimo premier. Il leader dell’ opposizione sarebbe disponibile, ma a condizione che i socialisti non siano più guidati da Socrates. I due grandi protagonisti della crisi portoghese oggi erano a Bruxelles: il premier al vertice Ue, Passos Coelho a quello del Ppe. Tutti e due impegnati a sdrammatizzare con i partner europei la crisi interna del paese. Socrates ha detto che farà di tutto per evitare il ricorso al salvataggio esterno, e anche Passos Coelho ha affermato che il paese può farne a meno. Ma con le elezioni dietro l’angolo, nessuno vuole dare la sensazione di rassegnarsi alla ‘capitolazionè. Il presidente dell’Eurogruppo lui non ha avuto la stessa prudenza: Jean Claude Juncker non ha escluso un salvataggio del Portogallo, che costerebbe 75 miliardi.

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