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PPD: qualità sistema sanitario, ma a prezzi abbordabili

(Keystone-ATS) Il sistema sanitario svizzero “è tra i migliori al mondo”, ma ciò ha un prezzo e questo prezzo è in continuo aumento. Per contrastare questa tendenza, il Partito popolare democratico (PPD) ha elaborato un piano d’azione che prevede una maggiore trasparenza e una strategia della sanità più efficace a livello nazionale. I punti principali del documento “La salute in Svizzera” sono stati illustrati oggi a Berna alla stampa dal consigliere agli Stati Urs Schwaller (FR) e dalla consigliera nazionale Ruth Humbel (AG).

Da oltre dieci anni i costi della salute rappresentano il 10-11% del Prodotto interno lordo, ha ricordato Schwaller, sottolineando che in Svizzera il mercato della sanità realizza un fatturato di oltre 60 miliardi di franchi all’anno ed è uno dei maggiori datori di lavoro.

Il consigliere agli Stati ha affermato che una quota sempre maggiore dei costi rientra nell’assicurazione malattia di base e la fattura per le singole economie domestiche continua a diventare più onerosa: da quando la cassa malattia è diventata obbligatoria nel 1996, i suoi premi sono pressoché raddoppiati, mentre nello stesso lasso di tempo i salari sono cresciuti solo del 20%. Il fossato quindi tra costi della salute e retribuzioni sta diventando sempre maggiore, ha constatato Schwaller: “a farne le spese è la classe media, soprattutto le famiglie”.

“Dobbiamo e possiamo fare qualcosa contro questi costi supplementari che non finanziano per forza una migliore qualità o prestazioni supplementari”, ha affermato dal canto suo l’argoviese Ruth Humbel.

Il PPD ha quindi elaborato una strategia della sanità con la quale vuole garantire alla popolazione l’accesso a cure di alta qualità a prezzi accessibili, accordare agli assicurati la libertà di scelta, proporre tariffe abbordabili e corrette, incoraggiare i sistemi di cure integrate e salvaguardare la dignità e il diritto all’autodeterminazione dei pazienti.

Quattro sono i punti principali della strategia, ha precisato la consigliera nazionale: un uso più mirato del denaro proveniente da un lato dalle imposte e dall’altro dai premi di cassa malattia, una maggiore trasparenza ed efficacia dal punto di vista delle prestazioni, più responsabilità individuale e maggiore solidarietà e infine l’elaborazione di una strategia nazionale della sanità.

Il documento contiene anche proposte già avanzate in passato dal partito, ad esempio il fatto che i bambini non debbano pagare i premi dell’assicurazione malattia. Come questa misura possa venire attuata è ancora da vedere, ha indicato Humbel, aggiungendo che è immaginabile ad esempio pensare ad eccezioni per le famiglie dal reddito alto, che sarebbero quindi chiamate a pagare i premi per i propri figli.

Il PPD presenta anche provvedimenti concreti, come ad esempio quello di ridurre il margine di guadagno nella vendita dei medicamenti, che attualmente generano circa il 20% dei costi nell’assicurazione malattia di base. Bisogna dissuadere medici, ospedali e farmacisti dal prescrivere o vendere costosi farmaci originali solo per avere un “guadagno facile”.

Bisogna inoltre porre un freno allo spreco di medicinali: i medici devono prescrivere solo il quantitativo di preparati assolutamente necessario alla cura, i produttori dovranno fornire confezioni più piccole o addirittura, se è il caso, dosi monouso, chiede il PPD.

Il partito critica anche il sistema delle “date di scadenza” dei farmaci: spesso i medicamenti, se conservati in condizioni ottimali, sono utilizzabili anche diversi anni dopo la data indicata sulla confezione. Per questo motivo Swissmedic dovrebbe valutare se non sia opportuno considerare una “durata” dei preparati superiore a quella indicata dai produttori.

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