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Presidente UDC Brunner rimette in discussione alleanza borghese

(Keystone-ATS) A neanche tre mesi da un accordo tra PPD, PLR e UDC che mirava a rafforzare la piazza economica svizzera il presidente dei democentristi Toni Brunner critica fortemente le altre due formazioni. A suo avviso questo patto è ora “cartastraccia”.

Brunner non crede più che i due partiti di centro destra considerino veramente importante elaborare misure cruciali in modo conseguente per preservare la piazza finanziaria elvetica. Questo patto è quindi diventato “cartastraccia”, ha detto in un’intervista rilasciata al domenicale Schweiz am Sonntag, poiché il PPD e il PLR “non votano più in modo coscienzioso”.

A fine marzo 2015 i presidenti di partito si erano accordati su un pacchetto di misure per continuare a garantire un alto tenore di vita e di lavoro in Svizzera e per lottare contro l’apprezzamento del franco. Ma negli ultimi tempi questa intesa si è sgretolata sempre più.

Gli altri presidenti, ha affermato Brunner, hanno sostenuto delle idee che non sono stati in grado di difendere. “Parlo innanzitutto del presidente del PPD Christoph Darbellay. Ma anche del presidente del PLR Philipp Müller”.

Mentre il PPD si sposta sempre più a sinistra, alle sezioni del PLR è indifferente se vinca il PS o l’UDC. “È per questo che dobbiamo prendere la nostra strada”, ha detto Brunner.

Il presidente dell’UDC non ritiene però l’accordo completamente fallito. Spera ancora che funzionerà per la terza riforma dell’imposizione delle imprese in Parlamento.

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