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Profughi: Guterres, diritto asilo sotto attacco, sia riaffermato

"Ora più che mai abbiamo bisogno di cooperazione internazionale e di risposte pratiche ed efficaci" nel settore dell'asilo, ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres nel suo intervento oggi a Ginevra al primo Forum mondiale sui rifugiati. KEYSTONE/AP/BERNAT ARMANGUE sda-ats

(Keystone-ATS) “In un momento in cui il diritto di asilo è sotto attacco, in cui così tante frontiere e porte vengono chiuse ai rifugiati, quando persino i bambini rifugiati vengono detenuti e divisi dalle loro famiglie, dobbiamo riaffermare i diritti umani dei rifugiati”.

Così il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres nel suo intervento oggi a Ginevra al primo Forum mondiale sui rifugiati.

In tutto il mondo, circa 71 milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case e tra queste figurano 25 milioni di rifugiati, stando ai dati dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr). “Ora più che mai abbiamo bisogno di cooperazione internazionale e di risposte pratiche ed efficaci. Ed è questo il motivo per cui siamo qui. Abbiamo bisogno di risposte migliori per coloro che fuggono e un aiuto migliore per le comunità e i paesi che li ricevono e li ospitano”, ha insistito Guterres rivolto ai partecipanti del Forum.

Anche per Filippo Grandi, Alto commissario dell’Onu per i rifugiati, il contesto dell’asilo appare “complesso e preoccupante. Vediamo i rifugiati demonizzati e trasformati in figure di paura”, ma oggi – ha aggiunto – esiste un contrappeso a tutto questo, con il Global Compact on Refugees adottato a New York nel dicembre 2018. Si tratta di un “piano pratico”, di un “modello di azione internazionale basato non sulla coltivazione della paura, ma sull’offerta di soluzioni di principio, e fattibili”, ha detto Grandi. Il Global Compact sui rifugiati apre la strada affinché tutti assumano responsabilità e svolgano un ruolo, compresi enti governativi ad ogni livello, settore privato, agenzie per lo sviluppo e istituzioni finanziarie, società civile, gruppi religiosi e rifugiati stessi, spiega l’Unhcr.

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