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Programma spionistico francese problematico per Svizzera

L'intenzione di partecipare al programma CSO proviene dal capo del Servizio delle attività informative (SIC) della Confederazione Jean-Philippe Gaudin. KEYSTONE/ANTHONY ANEX sda-ats

(Keystone-ATS) Per ragioni di neutralità, la Svizzera potrebbe dover rinunciare all’idea, formulata dai vertici dei servizi segreti, di partecipare al programma satellitare francese “Composante spatiale optique” (CSO) dal costo stimato per la Confederazione di 84 milioni di euro.

È quanto rivela oggi il “Tages-Anzeiger” in un lungo articolo a firma dell’esperto di questioni militari, Beni Gafner, sulla base di documenti interni all’amministrazione e su una presa di posizione del Dipartimento federale della difesa (DDPS).

L’intenzione di partecipare al programma CSO proviene niente meno che dal capo del Servizio delle attività informative (SIC) della Confederazione, Jean-Philippe Gaudin, non soddisfatto della qualità delle fotografie fornite a pagamento finora da società commerciali. Da qui la proposta, formulata nell’estate del 2018 da Gaudin al consigliere federale Guy Parmelin, ora sostituito da Viola Amherd, di partecipare al programma satellitare francese.

L’obiettivo è di ricevere fino a 15 immagini al giorno ad alta risoluzione al prezzo di 56 milioni di euro una tantum (63 milioni di franchi). In totale si tratterebbe di un’operazione da 84 milioni di euro spalmati su dieci anni che consentirebbe di osservare concentrazioni di truppe, navi da guerra all’ancora, veicoli militari, in tutto il mondo.

Parmelin avrebbe promesso una risposta a fine agosto dopo alcuni chiarimenti giuridici. Risposta mai inviata a Parigi a causa di perplessità relative alla neutralità emesse dalla Direzione del diritto internazionale in seno al Dipartimento federale degli affari esteri.

Quest’ultima istanza intravvede infatti possibili difficoltà a livello di diritto della neutralità e politica di neutralità. La neutralità del Paese e quindi la sua reputazione potrebbero essere in pericolo, qualora la Svizzera dovesse sostenere finanziariamente il progetto di un Paese coinvolto anche in un passato recente in conflitti armati senza l’assenso delle Nazioni Unite.

Il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport, interpellato dal quotidiano, ha fatto sapere che il dossier è nelle mani della Consigliera federale Viola Amherd eletta nel dicembre scorso e che la Svizzera segue da vicino i progressi del programma satellitare francese. Finora non è stata presa alcuna decisione e al momento opportuno l’opinione pubblica verrà informata.

Tuttavia, appare già chiaro che una partecipazione elvetica al programma richiederà l’assenso del parlamento, secondo il giornale che cita fonti del DDPS.

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