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Pussy Riot: Nadia trasferita in colonia siberiana

(Keystone-ATS) Nadezhda Tolokonnikova, la leader delle Pussy Riot, è arrivata in una colonia nella regione di Krasnoiarsk, nella Siberia orientale, per finire di scontare la sua condanna a 2 anni per una preghiera punk anti-Putin nella cattedrale di Mosca. Lo ha annunciato il delegato per i diritti umani Vladimir Lukin, con un comunicato sul suo sito ufficiale, precisando che la giovane è stata sistemata in un reparto sanitario su sua richiesta.

Il luogo, spiega Lukin, è stato scelto perché “Tolokonnikova è originaria della regione di Krasnoiarsk, è registrata a Norilsk (a nord della stessa regione, ndr) e scontare la pena in questa regione contribuirà alla sua risocializzazione”. Peccato che suo marito, Piotr Verzilov, e sua figlia vivano a Mosca, a migliaia di chilometri.

La scorsa settimana, Verzilov aveva denunciato di non avere più notizie della moglie dal 22 ottobre e aveva preannunciato che sarebbe stata “esiliata in fondo alla Siberia”, a Nizhi Ingash, nella regione di Krasnoiarsk, a 4400 km da Mosca. In base alla legge, la famiglia di un detenuto deve essere informata del nuovo luogo di detenzione “non oltre 10 giorni dal suo arrivo”.

Prima Nadezhda era detenuta in Mordovia, 600 km a est della capitale, ma aveva iniziato uno sciopero della fame denunciando con una lettera aperta minacce da parte del vicedirettore del carcere e inumane condizioni di vita e di lavoro, da “Gulag moderno”. Per questo aveva chiesto di essere trasferita in un altro luogo di detenzione. È stata accontentata, ma non senza un ulteriore accanimento: un lungo viaggio in treno a tappe per finire in un gelido campo di lavoro siberiano.

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