Prospettive svizzere in 10 lingue

Putin, ‘scudo Nato ci minaccia, Romania nel mirino’

Putin in Grecia Keystone/EPA REUTERS POOL/ALEXANDROS AVRAMIDIS / POOL sda-ats

(Keystone-ATS) Vladimir Putin torna a far sentire la sua ira per lo scudo antimissile Nato che gli Usa stanno mettendo in piedi in Europa pezzo dopo pezzo rischiando di complicare ulteriormente le già delicate relazioni tra Russia e Occidente.

Ad Atene il leader del Cremlino lo ha detto forte e chiaro: lo scudo antimissile americano è avvertito come una minaccia da Mosca, che sarà “costretta” ad “adottare contromisure per garantire la propria sicurezza”. E questo – secondo Putin – comporta anche mettere “nel mirino” la Romania, dove recentemente gli americani hanno attivato una base missilistica, e poi la Polonia, dove una base militare simile dovrebbe diventare operativa tra un paio d’anni.

“Se ieri le persone in quelle aree della Romania semplicemente non sapevano cosa significasse essere nel mirino, oggi saremo costretti a implementare certe contromisure”, ha minacciato Putin, senza tuttavia specificare che ordini abbia intenzione di dare ai suoi. “E sarà fatto lo stesso con la Polonia”, ha poi aggiunto, precisando che comunque la Russia non reagirà “finché non vedrà i missili nei territori vicini”.

Secondo Mosca, lo scudo “viola” il trattato sugli armamenti nucleari di medio raggio (Inf). Venerdì notte, nella conferenza stampa organizzata dopo l’incontro con Alexis Tsipras, Putin lo ha ribadito. “Questi – ha tuonato – sono sistemi di lancio e stazioni radar. Adesso dispongono di missili dalla gittata di 500 chilometri e dopo alcuni anni ci saranno missili dalla gittata di 1.000 Km. Ma quel che è peggio è che questi sistemi possono essere caricati con missili d’attacco già adesso”, ha sottolineato l’uomo forte di Mosca sostenendo che in questo caso si tratterebbe di razzi dalla gittata di ben “2.400 chilometri” e che per cambiare tipo di missile “basta sostituire un software, cosicché nemmeno i romeni si accorgerebbero di nulla”.

Il Cremlino non crede alle rassicurazioni arrivate da Washington, secondo cui lo scudo sarebbe solo difensivo e non puntato contro la Russia ma volto a disinnescare eventuali minacce provenienti dal Medio Oriente, e in particolare dall’Iran. E così Putin mette le cose in chiaro, nel caso ce ne fosse bisogno: “Abbiamo le risorse per rispondere”, assicura. Poi tesse le lodi dei missili a medio raggio lanciati dalle navi russe nell’operazione militare in Siria. “E anche i nostri missili Iskander su base terrestre si sono dimostrati superbi”, dichiara orgoglioso.

Dopo aver mostrato bene i muscoli, Putin ha deciso di fare sfoggio anche della sua religiosità e, noncurante del suo passato da ufficiale del Kgb, è andato nella penisola del Monte Athos per incontrare i frati ortodossi che vivono lì e celebrare con loro i 1.000 anni di presenza dei monaci russi nel luogo sacro. Ma nella sua visita in Grecia, la prima in un paese Ue dall’inizio dell’anno, lo ‘zar’ ha soprattutto incassato l’appoggio politico di Tsipras – che ha di nuovo definito “controproducenti” le sanzioni occidentali contro la Russia – e ha discusso di affari, in particolare nel settore energetico. Non è infatti un caso che, assieme a Putin, sono sbarcati in Grecia l’amministratore delegato di Gazprom, Alexiei Miller, e il presidente di Rosneft, Igor Sechin.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR