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Putin e Xi, ‘insieme per vincere le sfide del mondo’

Il presidente cinese Xi Jinping e la moglie Peng Liyuan KEYSTONE/EPA/CLEMENS BILAN sda-ats

(Keystone-ATS) Orso e Dragone. Europa e Asia. Entrambi alle prese con un mondo “instabile”, da riequilibrare.

Vladimir Putin ha dischiuso le porte del Cremlino al collega cinese Xi Jinping accordandogli un trattamento regale. La visita – definita dal presidente russo “cruciale” per lo sviluppo dei rapporti bilaterali – è servita per limare la posizione di Mosca e Pechino in vista del G20 e lanciare un messaggio urbi et orbi: Russia e Cina hanno una ‘special relationship’ e d’ora in poi la loro politica estera sarà sempre più allineata.

Se non è un asse, poco ci manca. Xi Jinping – insignito da Putin con l’Ordine di Sant’Andrea, la più alta onorificenza russa, proprio per il suo impegno personale nello sviluppo dei rapporti russo-cinesi – ha definito il suo rapporto con lo ‘zar’ come “il più stretto” rispetto a quello instaurato con gli altri leader e si è detto sicuro che la visita “porterà a nuovi successi”, dato che la qualità dei rapporti tra i due Paesi è al suo “massimo” di sempre.

Putin ha risposto che certo, i legami economici sono fondamentali, e la crescita dell’interscambio dei primi quattro mesi del 2017 (+37%) lo sta a testimoniare, ma è “importante l’unione dei nostri sforzi sull’arena internazionale, sulla sicurezza, nella lotta contro le minacce moderne”. Bene dunque gli accordi – ne sono stati firmati per 10 miliardi di dollari – ma è la strategia d’insieme che conta. L’America di Donald Trump è ‘l’innominato’ del vertice, ma ogni riferimento intertestuale è voluto e non casuale.

La cornice è il ‘gran piano’, il sogno dell’integrazione che passa dalla Nuova via della Seta cinese e dall’Unione Economia Euroasiatica a trazione russa. I due leader ne hanno parlato. Nel mezzo c’è un po’ di tutto: il gas russo – il gasdotto ‘Forza della Siberia’ inizierà a pompare oro blu a partire dal 20 dicembre 2019 – e i quattrini cinesi per i progetti di sviluppo congiunti come la ferrovia Mosca-Kazan, la tratta russa della One Belt One Road, gli investimenti nel Far East.

Per sottolineare l’approccio comune – “l’amicizia fra Russia e Cina è una forza positiva per il mondo” – Mosca e Pechino hanno siglato dichiarazioni congiunte su diversi temi, in primis la crisi nordcoreana, intimando agli Usa di sospendere il piazzamento dei sistemi missilistici in Asia ed Europa, legando così i due ‘fronti’ della pressione ‘made in Usa’.

Xi e Putin – al termine di una passerella di ‘apostoli’ della cooperazione, come capitani d’azienda e personalità di spicco di media e imprenditoria, che hanno parlato davanti ai due leader – hanno quindi promesso una maggiore cooperazione “all’Onu e al G20”. Non a caso il presidente cinese questa sera vede a cena Angela Merkel e in un intervento sulla Welt ha esortato la Germania (insieme alla Cina) ad “assumersi le grande responsabilità” che hanno i due paesi “per la pace, la stabilità e il benessere su scala mondiale”.

Insomma, visto che Berlino non può più contare su Washington, Pechino ammicca. Putin ovviamente non è da meno. Ad Amburgo ha in agenda una girandola d’incontri – oltre 10, tra cui Merkel e Macron – e naturalmente il più atteso è il faccia a faccia con Donald Trump. Che, precisa il Cremlino, non sarà un ‘contatto volante’ ma un vero e proprio bilaterale. Come sarà possibile passare dalle parole ai fatti è ancora tutto da vedere.

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