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Quattro francesi su dieci contrari a vignette Maometto

(Keystone-ATS) Francia paladina della libertà d’espressione ma francesi che vorrebbero mettere paletti su Internet e sono spaccati (oltre 4 su 10 contrari) alla pubblicazione di vignette su Maometto. Un sondaggio a una settimana dalla grande marcia unitaria contro il terrore fa riflettere la Francia e apre nuovi interrogativi.

Dieci giorni dopo gli attentati terroristici e una settimana dopo i 4 milioni in piazza, l’unità nazionale non sembra più così assoluta. Anzi, a Marsiglia – seconda città del Paese – ci si interroga in profondità su quanto accaduto, dopo che domenica scorsa i marsigliesi in piazza erano davvero pochi. La Francia soffre il clima pesante, e si chiede quanto durerà.

Un sondaggio Ifop rivela che questa determinazione a pubblicare le vignette per le quali i musulmani si dicono feriti e offesi resta viva nel 57% della gente, mentre il 42% vorrebbe che si evitasse di urtare i fedeli di Maometto. Fra i più sensibili al sentimento dei musulmani ci sono le donne e i più giovani.

Paradossalmente, però, il Paese che la guardasigilli Christiane Taubira ha orgogliosamente definito “di Voltaire” non è così schierato per la libertà d’espressione quando si tratta di Internet: per il 50% (contro il 49%, 1% senza opinione) sul web e sui social network come Facebook e Twitter sarebbe bene mettere dei limiti.

Una lunga inchiesta condotta a Marsiglia da Le Journal du Dimanche, rivela che la seconda città di Francia recalcitra e di questo clima di unità nazionale non vuol saperne. Già domenica scorsa, in piazza c’erano appena 50.000 persone, lo stesso numero di partecipanti in centri cinque o sei volte meno abitati, come Saint-Etienne o Brest.

A Lione erano in 300.000. Senza dichiarare esplicitamente ostilità, gli abitanti dei quartieri ad alta immigrazione si sentono poco coinvolti. Le persone intervistate parlano tutte di una libertà d’espressione di facciata in Francia, di “due pesi e due misure” nel caso dell’umorista Dieudonné e delle vignette di Charlie Hebdo.

A Parigi, oltre alle scuole ebraiche e ai siti istituzionali e religiosi guardati a vista da poliziotti armati, il piano Vigipirate impone limitazioni pesantissime. Nelle scuole, annullate persino le gite scolastiche sulla neve e gli scambi di studenti con altri Paesi, sospese le visite culturali.

I turisti hanno mostrato di aver paura e disertano Parigi: alla Tour Eiffel le file interminabili di ogni giorno sembrano svanite nel nulla. Chi si è fatto coraggio ed ha puntato diritto al Louvre o al Musée d’Orsay in questo fine settimana, lo ha fatto senza dover affrontare l’abituale calca di turisti.

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