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Raddoppiati i procedimenti per terrorismo in Svizzera in 4 mesi

(Keystone-ATS) In Svizzera sono in corso almeno 60 procedimenti penali contro presunti simpatizzanti di gruppi islamici radicali. In quattro mesi sono quasi raddoppiati visto che lo scorso novembre erano 33, ha spiegato il procuratore della Confederazione Michael Lauber.

Nella maggior parte dei casi i sospetti riguardano propaganda e sostegno a organizzazioni terroristiche, come l’Isis o Al Qaida, ha precisato Lauber in un’intervista pubblicata da Der Bund e Tages-Anzeiger. Nessun procedimento comunque riguarda casi gravi come quello degli iracheni recentemente condannati dal Tribunale penale federale di Bellinzona.

Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) auspica che ci sia una sentenza che possa chiarire cosa “significa propaganda nel nostro codice penale”. “Dobbiamo determinare grazie a casi tipici se le leggi attuali siano sufficienti o se vadano adattate”.

Il procuratore generale cita ad esempio il caso del video di un membro del Consiglio centrale islamico della Svizzera (IZRS) pubblicato su YouTube. Il MPC ha avviato un procedimento per sospetto di violazione dell’articolo 2 della legge federale che vieta i gruppi “Al Qaida” e “Stato islamico”, così come le organizzazioni associate.

All’autore si contesta di aver illustrato il viaggio sotto forma di propaganda, senza prendere esplicitamente le distanze dalle attività di Al Qaida in Siria. In particolare viene accusato di aver intervistato Abdallah al-Muhaysini, un membro del vertice dell’organizzazione jihadista Jaysh al-Fath (“Esercito della conquista”), cui fa capo anche la branca siriana di Al Qaida, Jabhat al-Nusra (“Fronte per il sostegno”).

In merito agli attentati di Bruxelles, Michael Lauber ha affermato che per il momento non esistono legami con la Svizzera. Il livello di pericolo rimane elevato “anche se nessun indizio lascia supporre un pericolo diretto per la Svizzera o i suoi interessi”.

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