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Raddoppio del San Gottardo: reazioni contrastanti

(Keystone-ATS) Reazioni divergenti alla decisione del Consiglio federale di realizzare una seconda canna autostradale al San Gottardo, senza tuttavia aumento di capacità, decisione sulla quale il referendum appare probabile: Iniziativa delle Alpi e Associazione traffico e ambiente l’hanno già promesso.

CONTRARI – Il PS teme per la redditività delle nuove trasversali ferroviarie, mentre i Verdi, così come i Verdi liberali, criticano i costi del progetto. Per l’Iniziativa delle Alpi, un secondo tubo costerebbe tre miliardi in più di una soluzione temporanea con trasbordo su ferrovia.

“Speriamo che il parlamento bocci questa proposta”, ha detto il presidente dell’Iniziativa delle Alpi Fabio Pedrina, il quale auspica il ritorno ai piani originari del governo, che prevedevano il risanamento della galleria stradale del San Gottardo senza la costruzione di una seconda canna.

Molto scetticismo anche nelle organizzazioni ambientaliste. Per l’Associazione traffico e ambiente (ATA), la proposta del Consiglio federale “permette alla politica di scardinare dalla Costituzione la protezione delle Alpi e sabotare la politica di trasferimento strada-ferrovia”. Si tratta di “un imbroglio indegno della democrazia svizzera”. Se il parlamento seguirà l’esecutivo, l’ATA lancerà il referendum insieme alle organizzazioni partner, come già era stato prospettato lo scorso ottobre.

FAVOREVOLI – Favorevole il Canton Ticino, così come l’insieme dei partiti borghesi, che vedono nella seconda galleria un investimento sostenibile per migliorare la sicurezza e preservare l’accessibilità del Ticino durante i lavori per il risanamento dell’attuale traforo.

Per l’Associazione svizzera dei trasportatori stradali (ASTAG) si tratta della “soluzione migliore che il governo potesse prendere”, in quanto “serve alla sicurezza stradale”. Tutte le altre varianti, con anni di chiusura totale o parziale, sarebbero irrealistiche. Oltretutto il Ticino rimane “in qualsiasi momento accessibile”.

Favorevole anche l’

, la fondazione RoadCross Svizzera e l’Automobile Club, che parla di scelta basata su motivi economici: una chiusura troppo lunga per risanare l’attuale galleria avrebbe “gravi conseguenze” anche sulla popolazione.

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